La collana di Matt Witten, Ed. Fazi

La collana di Matt Witten

Come si supera il dolore per  la perdita di una figlia di sette anni? E se ci si sente in colpa perché un banale contrattempo e un po’ di superficialità sembrano aver favorito l’assassino, ci si può davvero riuscire?

Dopo la morte della piccola Amy, Susan non ha più vissuto. È sopravvissuta, è vero, ma la sua non è stata più vita; è stata solo una lunga attesa, con l’unico scopo di assistere all’esecuzione capitale del colpevole, che da vent’anni professa la propria innocenza. Lei non gli ha mai creduto, ma di colpo un elemento inatteso ne rimette in dubbio le certezze.

La collana non è un thriller adrenalinico, dove tutto punta a catturare il colpevole, visto che è già in prigione. È piuttosto un romanzo psicologico, nel quale presente e passato si intersecano di continuo mostrandoci non solo cosa è avvenuto, ma come si vive dopo un trauma di questa portata.

Ci si riesce a perdonare eventuali presunte colpe autoinflitte? Sarebbe bastato rispondere al telefono per evitare che tutto accadesse? E soprattutto, cosa è davvero successo?

Un romanzo che ti entra sotto pelle piano piano, che trasmette il dolore di una madre e i tentativi di recuperare un’esistenza serena ma anche il brivido delle indagini, la ricostruzione degli eventi, la suspense. L’unico dettaglio che ho trovato un po’ forzato e non del tutto convincente è il colpo di scena finale, forse perché arriva proprio all’ultimo istante, nel vero senso della parola. Nonostante questo, però, resta un romanzo molto bello. Lo trovate su Amazon.

Primo Levi. Miti d’oggi di Bruno Osimo, Ed. Francesco Brioschi

Primo Levi. Miti d'oggi di Bruno Osimo

La lettura con cui iniziamo questa settimana è davvero particolare, un libro difficile da definire. Quello di Bruno Osimo, infatti, è una sorta di esperimento, un gioco amaro attraverso il quale l’autore – nato in una famiglia ebraica laica – mette a confronto il linguaggio moderno con la tragica realtà di Auschwitz.

L’idea è originale e l’intento meritevole. Osimo, infatti, cerca di scuoterci, di svegliare le coscienze quasi anestetizzate che contraddistinguono oggi molte persone e lo fa mettendo a confronto termini stranieri ormai di uso comune con le parole di Primo Levi. Il risultato è di forte impatto.

L’autore ci ricorda che oggi il logo è un marchio che mostriamo con orgoglio, un’etichetta che serve a far notare ciò che possediamo, eppure “[…] questo è il marchio che si imprime agli schiavi e al bestiame destinato al macello, e tali voi siete diventati” (I sommersi e i salvati).

Ancora ci parla di outfit, dell’importanza data agli abiti, anch’essi oggi un mezzo per esprimere personalità e potere, per poi ricordarci che “[…] Si ricevono i vestiti e le scarpe “nuovi” intorno a cui bisogna adoperarsi con rapidità e diligenza per adattarli alla propria persona” (Se questo è un uomo).

Sono tanti altri i confronti tra nuovo e vecchio che ci vengono presentati, diet coke, briefing, delivery, engagement, fiction e potrei continuare… Per ognuno di essi, una corrispondente citazione di Levi e una riflessione, parole che colpiscono e feriscono come una lama, ma che hanno l’innegabile merito di farci riflettere su ciò che è accaduto, di ricordarci che non bisogna dare nulla per scontato, ma anzi restare sempre vigili, affinché certe cose con ricapitino… Oggi più che mai! Disponibile su Amazon.

La contessa di Elisabetta A. Insolera, Ed. Albatros Il Filo

La contessa di Elisabetta A. Insolera

Roma. È tra le bellezze della capitale che si svolge l’avvincente romanzo d’esordio di Elisabetta Insolera, un giallo originale e ricco di personaggi interessanti.

Aldo Carta, commissario della squadra mobile, viene chiamato a indagare su un omicidio. Una morte in apparenza senza senso, poiché la vittima era un tranquillo professore universitario. Il commissario e la sua squadra, però, si renderanno ben presto conto che l’uomo portava una maschera – e non solo in modo figurato – così come molte altre persone che ruotavano intorno a lui.

Una villa lussuosa, una presunta contessa, ricevimenti riservati… Cosa si nasconde dietro il velo dell’alta società romana?

Storia intrigante e articolata, La contessa è un romanzo piacevole e coinvolgente, che affianca agli aspetti classici del giallo anche l’attenzione verso la vita privata dei protagonisti. Momenti di vita familiare si alternano alle indagini, permettendo al lettore di conoscere meglio i personaggi, scoprirne passioni e timori, accompagnarli nel ristorante preferito o ridere con loro per una battuta.

Ho molto apprezzato la figura di Carlo, il barista, che cerca di ovviare alla propria solitudine in modo originale e che è sempre pronto a dare una mano, anche rischiando in prima persona.

Peccato per la mancanza di editing e revisione, perché con un occhio più attento, invece di un bel romanzo ne avremmo avuto uno perfetto. In ogni caso, un esordio piacevolissimo. Non resta che aspettare il seguito! Lo trovate su Amazon.

Quando i diavoli si svegliano dèi di Jón K. Stefánsson, Ed. Iperborea

Quando i diavoli si svegliano dèi di Jón Kalman Stefánsson

Oggi torno a parlarvi di poesia, quella di un autore che amo, J. K. Stefánsson.

Ho sempre apprezzato le sue storie per lo stile poetico ed evocativo che le caratterizza. Leggerne i versi, adesso, è solo una conferma della sua bravura, del suo saper catturare, sempre e comunque, il lettore.

Stefánsson – tornato con questo libro al primo amore, la poesia – pur se con una forma diversa, continua a descriverci la realtà come solo lui sa fare.

Non ci presenta poesie brevi, ma quasi dei racconti in versi attraverso i quali ci mostra la vita, nei suoi tanti aspetti. Ci parla di esistenze gioiose e di morte, di ricordi e del tempo che scorre, di amore.

𝘏𝘢 𝘱𝘪𝘰𝘷𝘶𝘵𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘢, 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘵𝘵𝘦
𝘦 𝘪𝘰 𝘩𝘰 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰
𝘮𝘢 𝘵𝘶 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘪 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘵𝘢 […]
𝘦 𝘪𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰
è 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰𝘴𝘰 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 […]
𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘪 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢𝘵𝘢
𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘵𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰
𝘪𝘭 𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘣𝘶𝘤𝘰 𝘯𝘦𝘳𝘰,
𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘶𝘥𝘪𝘯𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘳𝘢𝘨𝘦𝘥𝘪𝘢, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘰, 𝘮𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘶𝘯 𝘣𝘶𝘤𝘰 𝘯𝘦𝘳𝘰 è 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘪
𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘥𝘪
𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘮𝘦

L’autore tocca anche argomenti molto più drammatici: i naufragi, le guerre, il nostro passato e quel futuro che rischiamo di non avere più…

𝘙𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪
𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘭𝘱𝘢
𝘱𝘦𝘳 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘮𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘵𝘰 𝘭’𝘢𝘶𝘵𝘰
𝘯é 𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘤𝘤𝘶𝘴𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘤𝘳𝘪𝘮𝘪𝘯𝘦
𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰
𝘱𝘦𝘳 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘶𝘯 𝘢𝘦𝘳𝘦𝘰 […]
𝘦 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘰  […] 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘯𝘨𝘢𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢
𝘥𝘦𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘥𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘳𝘦

…𝘤𝘰𝘭 𝘣𝘪𝘯𝘰𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘰 𝘪𝘭 𝘨𝘩𝘪𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘪𝘰
𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘰 𝘵𝘰𝘴𝘴𝘪𝘴𝘤𝘦
𝘱𝘳𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘮𝘣𝘪

…𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘵𝘪 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘷𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘰,
𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘪 𝘨𝘩𝘪𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘪 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰
𝘪𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘴𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘮𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘭𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢…

Non vado oltre, ma vi consiglio di leggere qualcosa di suo, nel caso non lo abbiate ancora fatto. Lo trovate su Amazon.

I know what I saw di Imran Mahmood, Ed. Fanucci Time Crime

I know what I saw di Imran Mahmood

Xander è ormai un senzatetto che trascina la propria esistenza per le strade di Londra, in una solitudine quasi totale. Ormai, perché non è sempre stato così, tutt’altro.

In una notte particolarmente fredda, cercando riparo in un appartamento vuoto,  assiste al rientro di una coppia, alla loro lite e al feroce omicidio che ne segue.

Chi è la donna assassinata? Perché nessuno la cerca? E perché la polizia non prende sul serio la sua denuncia, dicendo che ciò che racconta non può essere accaduto?

Avvincente e adrenalinico come da tanto non mi capitava, questo thriller mi ha catturata al punto da divorarne le 320 pagine in due giorni.

Xander, alle ricerca del colpevole del delitto cui ha assistito, viene travolto da paure e timori, spinto a dubitare della propria sanità mentale, incerto su cosa sia vero e cosa sia, invece, frutto della propria mente turbata. Mentre il passato riemerge con flash improvvisi e le persone di cui fidarsi sono sempre meno numerose, la polizia sembra aver finalmente rintracciato l’assassino…

Non posso svelare di più, ma posso invece consigliarvi di leggerlo, perché è un romanzo che cattura, che trasmette l’inquietudine del protagonista, che porta a cercare mille colpevoli per poi cambiare idea, in un continuo alternarsi di dubbi e certezze, presente e passato, vero e falso, fino all’inatteso epilogo. Lo trovate su Amazon.

Riflessi di un omicidio di Gaetano Fabozzo, Ed. Curcio

Riflessi di un omicidio di Gaetano Fabozzo

Fabozzo torna in libreria ma stavolta, invece che parlarci di parlarci di mafia e politica, ci regala un thriller intricato e ricco di sfumature.

Nella splendida cornice di Bolzano, l’omicidio di un imprenditore scuote la tranquilla vita della città. Samuele Bignardi – ricco e affascinante uomo di potere – viene ucciso in modo brutale e tutte le indagini sembrano puntare in un’unica direzione, verso Patrizia Bodea, la ballerina di lap dance che gli teneva compagnia la sera della morte.

L’avvocato della donna non sembra credere molto nell’innocenza della sua assistita, al contrario di Emma – collaboratrice nello studio legale – che prende a cuore la difesa della ballerina e inizia a indagare per conto proprio.

Intreccio molto complesso e ricco di suspense, l’autore ci porta dietro le quinte del bel mondo, dove potere e denaro sono l’unica cosa che conta e dove sesso, droga e perversioni di ogni tipo hanno il solo scopo di mostrare agli altri di potersi permettere tutto (e tutti), ciò che è lecito e anche, o soprattutto, ciò che non lo è.

In questo ambiente, nessuno è ciò che dice di essere; dietro la maschera dell’apparenza e della correttezza si celano abissi di oscurità, rancori e desideri di vendetta mai sopiti, che spingono a compiere le azioni più efferate.

Tanti i colpi di scena, tanti i protagonisti, tante le voci e i registri linguistici adottati da Fabozzo, che variano in base al momento e al personaggio; ne deriva una narrazione vivida e coinvolgente, in cui anche il finale si rivela una sorpresa. Di certo, il libro che più ho apprezzato tra i suoi (almeno per ora!). Lo trovate su Amazon.

Gli altri libri dell’autore:

Quello che ci resta di Anna Benvenuti, Ed. Ares

Quello che ci resta di Anna Benvenuti

Con Quello che ci resta ho avuto modo di approcciarmi per la prima volta a questa autrice, che ha uno stile fresco e leggero, ma per nulla superficiale.

Il romanzo, infatti, pur raccontando la storia dell’amicizia in crisi tra Arianna e Carolina a causa di un ragazzo – cosa che potrebbe far pensare quasi a un 𝘺𝘰𝘶𝘯𝘨 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵 dalla trama prevedibile – è molto di più.

La storia parla di amore e amicizia, è vero, ma anche di tradimento e perdita, di paure e sofferenze, come pure di speranza in un futuro tutto da costruire, di incertezze e di obiettivi da perseguire.

Vita è ciò che trasuda dalle parole dell’autrice, dai suoi personaggi nei quali è facile riconoscersi e ritrovare un pezzetto di sé, perché certi dolori e certe gioie fanno parte, prima o poi, della vita di tutti. L’importante è lottare, non arrendersi alle prime difficoltà e impegnarsi per raggiungere quel traguardo tanto desiderato, che si tratti di recuperare un’amicizia, conquistare la persona del cuore, ottenere il lavoro dei propri sogni o altro ancora.

Una lettura davvero molto piacevole e coinvolgente. Il romanzo è disponibile su Amazon.

Gioco di sangue di Giannicola Nicoletti

Gioco di sangue di Giannicola Nicoletti

Terzo romanzo che leggo dell’autore, Gioco di sangue è, secondo me, il migliore da ogni punto di vista.

Siamo in Germania, è il 1944 e il nazismo impera. Oltre agli orrori legati alla guerra e alle assurde ideologie del periodo, un serial killer semina la morte, uccidendo in modo cruento e componendo le sue vittime in maniera scenografica, come delle macabre rappresentazioni capaci di turbare anche gli animi più duri. Il detektiv Braum cercherà, impegnandosi quasi in una battaglia personale, di fermare l’assassino.

Ho apprezzato questo romanzo per vari motivi. Prima di tutto, la storia è molto più complessa e ben costruita.
L’autore stavolta non sì è concentrato solo sull’indagine e sugli aspetti a essa legati. Ha invece dedicato molta cura all’ambientazione e al periodo storico in cui si è svolge la vicenda, sottolineando le atrocità commesse durante il nazismo e la vita difficile non solo per gli ebrei, ma anche per i tedeschi che non sostenevano Hitler.

Lo stile è molto più curato e arricchito da dettagli storici legati ad arte e cultura, che rendono tutto più interessante. L’aspetto horror c’è sempre, ma ben integrato nel testo e funzionale.
Il finale, che apre alla speranza, mi è piaciuto molto; lo sentivo quasi necessario dopo una storia così tragica. Il romanzo è disponibile su Amazon.

Gli altri libri dell’autore:

La scelta di Chiara M. Bergamaschi, Ed. Porto Seguro

La scelta di Chiara Maria Bergamaschi

Una copertina e una quarta di copertina (scusate il giro di parole) che rendono poco l’idea di ciò che contiene davvero questo libro. Invidia è ciò che viene anticipato, narcisismo patologico sarebbe però molto più adatto e preciso.

Licia, la principale protagonista del romanzo, è irrefrenabile nel suo astio verso il mondo, che la porta a criticare e distruggere tutti coloro che le stanno intorno, a partire dalle persone più care.

La madre e la sorella, vivendo insieme, sono le principali vittime di una donna infelice, arrabbiata, delusa e che non manca di sottolineare di continuo che è l’unica a lavorare, a guadagnare, a occuparsi di tutto.

Invidia verso coloro che raggiungono un traguardo che lei, come una principessa chiusa nella sua torre, non prova nemmeno a raggiungere; violenza verbale, insulti e tentativi di denigrare chiunque abbia l’ardire di contraddirla in un qualsiasi scambio di battute; pretesa di essere sempre al centro dell’attenzione, adulata, sostenuta; stravolgimento della realtà e rifiuto – ma sarebbe meglio dire 𝘪𝘯𝘤𝘢𝘱𝘢𝘤𝘪𝘵à – di accettare una risposta negativa, una critica, un parere diverso dal proprio.

I tratti tipici del narcisista ci sono tutti e l’autrice riesce a rendere il personaggio di Licia insopportabile e fastidioso fin dalle prime righe, una donna insoddisfatta e pronta a tutto, anche a sposarsi, al solo scopo di ottenere il riconoscimento che ritiene di meritare e le scuse di coloro che, nel tentativo di farle vedere la realtà per quella che è, hanno distrutto il suo mondo astratto.

Cosa rimane allora? Aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà? No, assolutamente. L’unica via percorribile è l’ennesimo tentativo di far valere le proprie ragioni, a costo di mettere tutto in gioco.

Lo definirei un dramma familiare la cui lettura, seppur rallentata dalla presenza di refusi, alza il velo su un problema molto diffuso ma raramente diagnosticato. Disponibile su Amazon.

Abril di Giovanni De Rosa, Ed. Nulla Die

Abril di Giovanni De Rosa

Ci sono romanzi che dividono, perché a volte non si riesce a scindere la propria opinione dall’argomento trattato; non si riesce, cioè, a essere obiettivi sulla storia e sulla bravura di chi scrive, perché intrappolati nei pregiudizi. Esempio di ciò è Lolita, il discusso romanzo di Nabokov.

Seppur per un motivo diverso – che, ovviamente, non svelerò, perché dovete scoprirlo da soli – è ciò che accade anche col romanzo di De Rosa.

È il 1977, siamo a Buenos Aires. Con un golpe, il Presidente argentino viene destituito e il Generale Hernandez ne prende il posto.
Tra i sovversivi che cercano di porre rimedio a questa nuova dittatura c’è Abril, figlia del Colonnello Gustavo – tra i principali organizzatori del  golpe stesso – e sorella di Alberto, unico vero orgoglio del militare.

Lo scontro, di generazione e di ideali; il desiderio di libertà di un popolo; il bisogno di emanciparsi di una donna; l’amore, che arriva quando e da chi meno te lo aspetti… Un romanzo corale a tinte forti, che si sviluppa su più piani temporali e dove ogni cosa cambia prospettiva in base alle diverse voci narranti.

L’epilogo, con risvolti davvero inattesi, è la classica chiusura del cerchio, il portare a compimento ognuno dei fili aperti durante la narrazione. Una lettura bella e particolare. Disponibile su Amazon.

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