La contessa di Elisabetta A. Insolera, Ed. Albatros Il Filo

La contessa di Elisabetta A. Insolera

Roma. È tra le bellezze della capitale che si svolge l’avvincente romanzo d’esordio di Elisabetta Insolera, un giallo originale e ricco di personaggi interessanti.

Aldo Carta, commissario della squadra mobile, viene chiamato a indagare su un omicidio. Una morte in apparenza senza senso, poiché la vittima era un tranquillo professore universitario. Il commissario e la sua squadra, però, si renderanno ben presto conto che l’uomo portava una maschera – e non solo in modo figurato – così come molte altre persone che ruotavano intorno a lui.

Una villa lussuosa, una presunta contessa, ricevimenti riservati… Cosa si nasconde dietro il velo dell’alta società romana?

Storia intrigante e articolata, La contessa è un romanzo piacevole e coinvolgente, che affianca agli aspetti classici del giallo anche l’attenzione verso la vita privata dei protagonisti. Momenti di vita familiare si alternano alle indagini, permettendo al lettore di conoscere meglio i personaggi, scoprirne passioni e timori, accompagnarli nel ristorante preferito o ridere con loro per una battuta.

Ho molto apprezzato la figura di Carlo, il barista, che cerca di ovviare alla propria solitudine in modo originale e che è sempre pronto a dare una mano, anche rischiando in prima persona.

Peccato per la mancanza di editing e revisione, perché con un occhio più attento, invece di un bel romanzo ne avremmo avuto uno perfetto. In ogni caso, un esordio piacevolissimo. Non resta che aspettare il seguito! Lo trovate su Amazon.

I VOLTI DEL MALE – Il vampiro di Düsseldorf, Ed. Emse

Buongiorno, torno a parlarvi della collana I volti del male di Emse Italia, la cui 27° uscita è dedicata a Peter Kürten, che tra il 1913 e il 1929 si rese colpevole di quasi 70 crimini. Fortunatamente, solo 9 furono letali per le vittime, ma alle aggressioni (indistintamente rivolte contro bimbe, donne e uomini, dopo aver iniziato con gli animali) si sommarono anche incendi, furti e rapine, in un crescendo di violenza.

Dopo aver subito egli stesso maltrattamenti e soprusi da bambino, scoprì presto il piacere che davano certe attività, le uniche che gli consentivano di giungere all’appagamento sessuale.

Totalmente privo di empatia, senza alcun rimorso e con un’intelligenza lucida, aveva imparato col tempo a prendersi addirittura gioco delle forze dell’ordine, che si divertiva a sfidare e che cercava di depistare cambiando le armi utilizzate, le zone frequentate e il modus operandi.

Nella sua intera vita, provò una qualche forma di affetto (se così si può chiamare) solo per una sorellina e per la moglie, che aveva però sposato per apparire rispettabile. Una volta in carcere, ebbe lunghe conversazioni con lo psichiatra ma non mostrò mai alcun tipo di emozione né coinvolgimento, neppure quando venne accompagnato verso la ghigliottina; si augurò, invece, di riuscire a udire il suono del sangue che sgorgava!!!

Un uomo così potrebbe essere considerato pazzo, ma ben cinque specialisti certificarono la sua assoluta sanità mentale e la piena consapevolezza di ciò che faceva, cosa che confermò egli stesso. Un vero mostro senza sentimenti.

Per maggiori informazioni sulle prossime uscite, potete visitare il sito I volti del male.

I VOLTI DEL MALE – Andrej Chikatilo, Ed. Emse

Buongiorno, oggi vorrei parlarvi della 26° uscita della collana I volti del male di Emse Italia, incentrata su Andrej Chikatilo. Già solo leggere il sottotitolo del volume, Il macellaio di Rostov, mi ha fatto venire i brividi. Il secondo motivo per cui mi ha colpita tanto questo libro è che, in questo caso, si parla di crimini molto vicini a noi dal punto di vista temporale.

Per tale ragione, ricordavo di aver sentito parlare del macellaio – la pena capitale a lui comminata, venne eseguita il 5 febbraio 1994, meno di trent’anni fa – e dei feroci crimini messi in atto; il soprannome a lui affibbiato credo faccia intuire, senza bisogno di entrare nei dettagli, la brutalità dei delitti commessi.

Chikatilo fu sospettato e ritenuto innocente in diverse occasioni e sempre rilasciato. I motivi furono diversi: errori procedurali, la situazione drammatica e fuori controllo attraversata dall’Unione Sovietica ma anche la convinzione imposta che in URSS non esistessero serial killer.
Tale affermazione impedì, a chi seguiva il caso, di rapportarsi con la polizia delle altre località e di condividere le informazioni. Questo limite venne superato nel 1985 e cinque anni dopo ci fu l’arresto.

Processo complicato, perizie psichiatriche, sostituzione di alcuni dei partecipanti, tentativi di farsi credere pazzo da parte di Chikatilo e una gran confusione contraddistinsero le udienze, che si conclusero, infine, con la condanna a morte per le 52 vittime delle quali venne ritenuto responsabile.

Per maggiori informazioni sulle prossime uscite, potete visitare il sito I volti del male.

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