La meccanica degli spiriti di A. J. West, Ed. Neri Pozza

Con il gruppo di lettura dedicato ai romanzi Neri Pozza (se vi andasse di leggere con noi, saremo felici di accogliervi) abbiamo terminato da poco questa lettura, che appare inquietante quando si pensa che il libro è ispirato alla storia vera del professor William J. Crawford e della medium Kathleen Goligher. Sottolineo 𝘪𝘴𝘱𝘪𝘳𝘢𝘵𝘰 perché non è una biografia ma un romanzo ben riuscito!

𝘌 𝘴𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘰?

Siamo a Belfast, è il 1914. Sono anni durante i quali la scienza prevale su tutto, ogni cosa ha bisogno di essere dimostrata e questo vale ancora di più per Crawford, ingegnere e professore.

La morte di suo figlio porterà la moglie a entrare in contatto con una medium nel tentativo di ritrovarlo, mentre lui cercherà con tutto se stesso di dimostrare che quelli messi in atto dalla giovane Kathleen sono solo dei trucchi… fino a che i dubbi inizieranno ad assillare anche lui.

La storia, inizialmente un pochino nebulosa, prende poi vigore e cattura, in un susseguirsi di eventi. Non nego di aver provato una certa inquietudine nel leggere le descrizioni delle sedute spiritiche (immagino che sapere che il libro è ispirato a vicende reali, abbia avuto un certo peso!) e ho trovato interessanti gli esperimenti messi in atto da Crawford per scoprire gli eventuali trucchi.
I protagonisti, però, non mi hanno entusiasmata molto, ho fatto fatica a empatizzare con loro. Insomma, è stata una lettura piacevole, ma che non mi ha coinvolta emotivamente.

Il finale, invece, è stato una vera sorpresa. Non mi aspettavo un epilogo di questo tipo e l’ho davvero apprezzato.
Oltre alla storia in sé, mi è piaciuta anche la descrizione del periodo, accurata e veritiera sia nelle ambientazioni che nelle abitudini e nel pensiero dell’epoca.

Se vi piacciono i romanzi gotici, vi consiglio di leggerlo. Lo trovate su Amazon.

Il tarlo di Layla Martínez, Ed. La Nuova Frontiera

𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘩𝘰 𝘷𝘢𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘨𝘭𝘪𝘢, 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘮𝘪 è 𝘴𝘢𝘭𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘥𝘥𝘰𝘴𝘴𝘰. 𝘚𝘶𝘤𝘤𝘦𝘥𝘦 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘤𝘶𝘮𝘶𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘰𝘯𝘪 𝘦 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘤𝘪𝘻𝘪𝘢, 𝘱𝘪𝘰𝘮𝘣𝘢 𝘴𝘶 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘳𝘪𝘻𝘻𝘢 𝘭𝘦 𝘣𝘶𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢 𝘵𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘳𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘭 𝘧𝘪𝘢𝘵𝘰. […] 𝘓𝘢 𝘯𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘤’𝘦𝘳𝘢. 𝘕𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘯𝘦𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘵𝘢𝘷𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘶𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘣𝘪𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢. 𝘏𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢. 𝘏𝘰 𝘢𝘱𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘴𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘮ò 𝘦 𝘭𝘦 𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘳𝘮𝘢𝘥𝘪𝘰, 𝘮𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘯𝘦𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘭ì. 𝘉𝘳𝘶𝘵𝘵𝘢 𝘷𝘦𝘤𝘤𝘩𝘪𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢.

Un inizio inquietante per l’opera di esordio di Layla Martínez, una storia che colpisce fin dalle prime righe e che avviluppa in un’atmosfera cupa e disturbante che tiene avvinti fino all’ultima pagina.

Due sono le voci narranti di questa storia, una nonna e sua nipote, che si alternano nel raccontare gli eventi che, partendo dal passato, sono intrecciati in modo indissolubile col presente e con ciò che sta accadendo. La vera protagonista, però, è la casa, un ambiente tetro, vivo, dove mobili e muri respirano, scricchiolano, esprimono dissenso o favore, dove le stanze sono abitate da spettri che fanno parte ormai della quotidianità delle due donne. Una casa che, in qualche modo, non permette a nessuno di abbandonarla.

È difficile spiegare di cosa parla la Martínez, ma se state pensando a un fantasy o a un horror, vi sbagliate. È una storia che, fantasmi a parte, è fin troppo reale; una storia di odio che si trascina da una generazione all’altra, di potere e denaro, di sopraffazione, di violenza, vendetta e morte.
Difficile dire chi siano i buoni e chi i cattivi, perché a volte travalicare il confine è un attimo.

Un romanzo che mi ha catturata, il cui ritmo serrato e le atmosfere gotiche mi hanno 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢 a leggerlo in una volta sola, senza interruzioni. Ho apprezzato molto lo stile narrativo dell’autrice, diversificato a seconda che a parlare fosse la nipote – ritmo serrato, punteggiatura scarsa a dare la sensazione di pensieri turbolenti e tanta rabbia – oppure la nonna, più stanca, abituata ormai a tutto e in qualche modo rassegnata, ma non sconfitta.

Molto bello, un libro che consiglio a chi ama il gotico e le storie particolari. Lo trovate su Amazon.

Colui che ascoltava nel buio di Algernon Blackwood, Ed. Fanucci

Pubblicato per la prima volta nel 1907, torna nella bellissima edizione proposta da Fanucci l’angosciante romanzo di Blackwood. Alla cupezza dell’autore si sommano le vivide immagini di Daniele Serra, dando vita a un volume che gli amanti dell’horror adoreranno.

Scritto sotto forma di diario, il protagonista è uno scrittore di scarsi mezzi che, a causa delle ristrettezze economiche, prende in affitto un appartamento vuoto da diversi anni. Alla triste atmosfera della casa si aggiunge una padrona di casa poco comunicativa e con la faccia sbiadita e polverosa.

Dopo l’iniziale soddisfazione per aver trovato un alloggio adatto alle proprie esigenze, la situazione inizia a cambiare. Una sottile inquietudine pervade l’uomo, i suoi pensieri sembrano appartenere a qualcun altro e orribili incubi turbano le sue notti. Al risveglio, le sue cose sono buttate alla rinfusa per la camera, nulla è al proprio posto; sonnambulismo, oppure quella sottile sensazione che nella casa ci siano altre misteriose figure non è solo una sensazione?

Le stranezze, le oscure presenze e i timori aumentano, fino a che un vecchio amico – molto sorpreso dal fatto che abbia deciso di vivere proprio in quella casa – svela gli eventi… Quali? Potrete scoprirlo leggendo il libro, perché le storie di questo tipo vanno lette in prima persona, col buio intono e una piccola luce mirata, nascosti sotto una coperta!

Il volume è disponibile su Amazon.

Gioncavallo di Pier Maria Colombo, Ed. Seagull

Questo libro mi ha colpita fin dalla prima volta che l’ho visto, perché nome del protagonista, sottotitolo e copertina mi hanno fatta subito pensare al Medioevo e, leggendolo, le mie aspettative sono state soddisfatte.

Il romanzo può astrattamente considerarsi suddiviso in due parti, la prima ci presenta Gioncavallo nella sua quotidianità: il lavoro da fabbro, le tante conquiste femminili, le angherie e i soprusi del signorotto, la vita quotidiana. Nella seconda il protagonista, costretto alla fuga per motivi che dovrete scoprire da soli, cerca di sopravvivere al gelo dell’inverno; vagando nel bosco affronterà mille avventure, incontrando i personaggi citati nel sottotitolo: briganti, demoni e streghe!

Quali aspetti ho apprezzato? L’originalità, perché era da tanto che non leggevo una storia con ambientazione medioevale, che tenesse conto anche delle credenze e superstizioni dell’epoca. Lo stile, semplice ma coinvolgente; mi è sembrato di vivere nel villaggio e accompagnare in prima persona Gioncavallo nelle sue scorribande. La deviazione verso il gotico, con un’avventura che ci ricorda quanto le apparenze possano ingannare.

Tanti cambi di scena, quindi, ma legati da un filo conduttore che rende la storia coerente e senza fratture.
Un libro piacevolissimo, consigliato a chi ama i racconti medievali con un tocco di mistero.

Disponibile su Amazon.

I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver, Ed. Neri Pozza

In un minuscolo borgo del Suffolk, Wakenhyrst, si trova un maniero ormai in rovina. Nel 1913, quella casa vicino alla palude racchiudeva l’intera vita di Maude, finché non vide suo padre – armato di punteruolo da ghiaccio e martello – uscire di casa e massacrare un uomo.

Internato in manicomio, l’omicida si dedicò a dipingere, creando però solo opere da incubo, paurose e macabre. Nel 1965 il mistero sul perché di quell’assurda morte non è ancora stato svelato, ma c’è chi tenta nuovamente di capire….

Ogni tanto capita di trovare dei libri che sorprendono e che vanno oltre le aspettative. Questo romanzo, per me, è uno di è uno di quelli. La trama mi aveva già intrigata, ma leggendolo ed andando avanti, sono rimasta sempre più coinvolta.

La Paver è riuscita a creare un intreccio perfettamente bilanciato, dove la normalità – con le abitudini, i costumi ed anche pregiudizi dell’epoca – convive con il mistero e l’inquietudine; dove i primi batticuore si mescolano a presenze oscure e demoniache, in una vicenda piena di suspense.

Un romanzo ricco di pathos, che coinvolge sempre di più man mano che si procede nella lettura. Se l’inizio può sembrare un pochino lento, la seconda parte cattura e si ha quella sensazione “doppia” da: “voglio sapere che succede dopo”, alternata a “no no, non voglio scoprirlo, soprattutto non prima di andare a letto!”
Che dire di più? Veramente intrigante!

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