Monarch (The Gunsight Saga Vol. 5) di R. A. Eller

Dopo quattro libri e un volume extra, torno a parlarvi (per l’ultima volta, sigh!) di questa saga che ho apprezzato fin dall’inizio e che, difficile a credersi, ha sempre alzato l’asticella del livello di qualità, del coinvolgimento e dell’affetto verso i suoi personaggi.

Se è vero che la storia sembrava in pratica conclusa col quarto capitolo, Almàs, è altrettanto vero che la Eller, tipina maniacale in fatto di ordine e precisione, non poteva lasciare nessun filo in sospeso e nessuna domanda senza risposta. Ecco allora che, da un libro che sembrava non essere necessario, è venuto fuori un epilogo di tale intensità che viene da chiamare l’autrice per complimentarsi e chiederle dove trovi tanta ispirazione.

Chi ha già letto almeno alcuni dei precedenti volumi (se non lo avete ancora fatto, rimediate!) conosce pregi e difetti di Mike, Jim, Jade & c., ma in Monarch ogni cosa sembra capovolgersi. Le qualità non sono più tali, i principi vengono messi da parte e il vero nemico… beh, non posso proprio dirvi chi sarà il cattivo in questa occasione, ma posso assicurarvi che sarà davvero difficile batterlo, quasi impossibile.

Non posso entrare nel merito della vicenda perché il “rischio spoiler” è enorme e vi rovinerei il piacere della lettura; posso solo dirvi che, come per i romanzi precedenti, all’azione e all’adrenalina si affiancano le storie dei protagonisti, vicende personali – dettagliate anche nel volume One shot stories – così ben descritte che il lettore ha ancora una volta l’impressione di conoscerli davvero in ogni sfaccettatura e, più di tutto, ha la sensazione che siano reali. Sono amici ritrovati dopo lungo tempo e di cui si sente la mancanza non appena si arriva alla parola “Fine“.

Ecco, se dovessi trovare un difetto a questo romanzo, è che rappresenta la fine di tutto. The Gunsight saga è una delle saghe che più ho amato in assoluto.

Non posso che consigliarvi, ancora una volta, di approcciarvi ai suoi romanzi. Sono certa che mi ringrazierete. Disponibile solo su Amazon.
Gli altri volumi della saga:

One shot stories (The Gunsight Saga) di R. A. Eller

Se non conoscete ancora questa saga (grave errore!) iniziare con questo volume potrebbe non essere una buona idea; come la stessa autrice consiglia, sarebbe opportuno aver letto almeno i primi tre libri, ma secondo il mio personalissimo e opinabile parere, può bastare il primo. Perché? Perché le One shot sono singole storie indipendenti, undici per la precisione, e ognuna di esse è incentrata su un diverso personaggio.

Il rischio di incontrare figure non ancora presenti nel primo volume c’è, ma non accade forse in tutti i racconti di conoscere protagonisti sempre diversi? L’unico vero rischio, secondo me, è innamorarsene troppo in fretta.

La particolarità di ciò che l’autrice racconta in questa occasione, sta nel mostrarci vicende che hanno attinenza con la saga, ma nello stesso tempo non ne fanno parte. Ci sono sprazzi di vita ormai alle spalle, ci sono momenti di tranquilla quotidianità che – pur non avendo trovato spazio nel filone principale – ci permettono di conoscere meglio i protagonisti, dando loro spessore; ci sono ricordi dolci o dolorosi, ci sono primi incontri, dei compleanni e tanti dettagli che aiutano a capire perché ciascuno dei personaggi è diventato quello che è.

Azione, divertimento, cura dei dettagli, amicizia, famiglia… Anche nelle One shot ci sono tutti gli elementi già riscontrati nei precedenti libri, quindi non posso che consigliarvi di leggerle, prima o dopo non importa, ma fatelo.

Conoscete già l’autrice? Qual è l’ultima saga che avete atteso con impazienza?

Tutti i libri sono disponibili su Amazon, le altre recensioni della saga sono qui:

Intervista bis a R. A. Eller

Ho già avuto occasione di parlarvi di questa autrice, dopo aver letto i primi volumi della sua eccezionale Gunsight Saga.

Da poco è uscito il quarto volume e, in attesa del capitolo conclusivo, ho pensato di togliermi qualche altra curiosità.

Potete trovare la precedente intervista qui.

Se volete farvi un’idea della storia, ecco le mie recensioni:
Gunsight
Nemesi
Dora
Almàs

È una delle migliori saghe che io abbia letto, con situazioni così variegate da catturare chiunque, vi consiglio di leggere subito il primo volume, perché sono certa che dopo non potrete che proseguire.

Tutti i suoi libri sono disponibili su Amazon.

* L’intervista *

La tua saga è ormai arrivata al quarto volume. Come ti senti? Sei soddisfatta dei risultati?

Devo dire di sì, sono molto contenta! E il merito è indubbiamente tuo e di tutte le altre bookstagrammer/lettrici e lettori che lo hanno letto, apprezzato e consigliato con tanta passione. Senza il vostro incredibile e prezioso aiuto, Gunsight sarebbe rimasto nascosto.
Da autrice non posso andare in giro a dire: leggete il mio libro perché è bello. È ovvio che nessun autore direbbe il contrario della propria opera e questo, ahimè, non lo rende affatto credibile come venditore. Quando lo dite voi lettori ci credo anche io, per cui: grazie di cuore a tutti voi che mi date fiducia.

Leggendola, ho apprezzato la precisione e la competenza tecnica in campi specifici (arti marziali, armi, Giappone, ecc.). Conoscenza diretta o tanto studio?

Si dice che bisognerebbe scrivere di quello che si conosce e sono d’accordo. Trovo indispensabile, soprattutto per gli autori, sapere di cosa stanno parlando. È chiaro che non si possa essere esperti di tutto, ma grazie a Dio oggi è possibile reperire ovunque le informazioni necessarie così da evitare errori insidiosi e stupidi. Quello che vediamo al cinema, spesso e volentieri non corrisponde alla realtà e per principio tendo a dare per scontato che il lettore ne sappia sempre più di me, per cui, dato che non voglio fare brutte figure, mi documento molto. Per alcune cose, come armi e combattimenti, ho un’esperienza diretta perché pratico Arti Marziali da circa un ventennio e più di recente mi sono iscritta a un poligono di tiro proprio per conoscere meglio le armi da fuoco.

Tra quanto uscirà il capitolo finale? Puoi anticiparci qualcosina?

Ehm… il capitolo finale di Gunsight, che per comodità chiameremo Quinto, si svolge circa un anno e mezzo dopo gli eventi di Almàs, che comunque è un abbastanza conclusivo di suo. Ragion per cui ho pensato di far uscire Quinto (non uccidermi)… un anno e mezzo dopo Almàs, quindi intorno a Maggio 2024. Non escludo comunque un cambio di piani editoriali, in queste cose sono piuttosto lunatica.
Mi piace definire Quinto il libro più dark della serie. Abbiamo un nemico veramente cattivo, senza alcuno scrupolo e che non guarda in faccia nessuno. I nostri avranno problemi seri a gestirlo e vedranno crollare (letteralmente) il loro mondo.

Quanto tempo hai impiegato per l’intera saga? E qual è stato il momento più difficile?

Ho iniziato a scrivere la saga di Gunsight all’inizio del 2016 per concluderla con molta calma alla fine del 2020.
Ho sempre scritto solo per me e mai con l’intenzione di pubblicarla, quindi non ho risentito della pressione di una scadenza e credo che questo abbia aiutato moltissimo nella gestione di una trama così complessa. Ricordo che in alcuni passaggi restavo ferma per mesi fino a quando non trovavo “la soluzione”, l’unica possibile. I problemi principali erano sempre gli stessi: “come fare arrivare il personaggio X al punto alfa in modo logico e non forzato?”. Adesso che è tutto nero su bianco sembrerà una sciocchezza, ma in alcuni punti mi sono scervellata per mesi. Vedeste i miei appunti!

So che stai scrivendo anche altro. Puoi accennarci qualcosa?

In programma per il 2023 ho due uscite, se tutto va bene.
Ad aprile vorrei pubblicare la raccolta di racconti sull’universo Gunsight. Avete presente le One Shot Stories che si vincevano nei miei contest su Instagram?
Proprio quelle. Saranno 10+1 bonus. In pratica sono “scene tagliate” dai libri della saga che fanno chiarezza su alcuni avvenimenti. Quella “bonus” sarà una sorpresa (spero gradita) per tutti.
Il secondo progetto invece riguarda un urban fantasy, quindi una cosa che non c’entra assolutamente nulla con Gunsight, né come storia né come genere. È un romanzo che ho scritto molti anni prima di Mike & soci e che sto riadattando. Spero vi piaccia. Io gli sono molto affezionata.

Qual è la cosa più difficile per chi si dedica alla scrittura?

La scrittura in sé non è difficile. L’autore è quella persona che se ne sta sempre un po’ per i fatti suoi, perché in testa gli parla già un sacco di gente che gli racconta cose. Un bravo autore è un osservatore che dietro ogni gesto o parola immagina una storia. Almeno io la vedo così.
Forse la cosa “difficile” è conciliare la scrittura – e quindi il proprio mondo creativo – con il lavoro quotidiano, le interruzioni, le aspettative dei lettori e gli editori che pubblicano di continuo stupidate pretendendo di convincere la gente che questo è proprio quello che vuole “il lettore”. È parecchio frustrante, lo ammetto e alle volte viene voglia di mollare tutto.

Qual è il personaggio che ami di più? E quello a cui senti di somigliare?

Questa domanda è cattivella perché nel bene e nel male li amo tutti. Amo le mille sfaccettature del loro carattere, le loro battute, perfino i loro difetti. Amo la glacialità di Lucilla, le battute di Skye, la folle lucidità di Mike, la pazienza infinita di Faulkner, l’incrollabile coraggio di Jade, la dedizione di Alexei e Kyoden… Toh, perfino la cieca arroganza degli antagonisti ha un suo perché: sono convinti fino all’ultimo di agire a fin di bene, tanto da generare un’ombra di dubbio.
Mi sento di somigliare un po’ a tutti, a dire il vero. C’è un po’ di me in ognuno di loro.

Perché un nome d’arte così criptico?

Oh, in fondo è un enigma molto semplice: si tratta di una lettura “all’inglese” delle iniziali del mio nome e cognome. Tutto puntato.
Mi serviva uno pseudonimo per tre motivi. 1: esiste già un’autrice col mio nome (incredibile ma vero). 2: penso che il mio italianissimo nome non sarebbe stato credibile in copertina con una trama e una storia come quella della saga. 3: ho sempre trovato attraenti i nomi puntati, quelli dove non si capisce se l’autore è uomo o donna. Per me non avrebbe alcuna importanza ma, triste da dire, ci sono ancora dei pregiudizi, soprattutto per il genere che tratto. Avete mai letto una spy story scritta da una donna?

Quali altre passioni ha R.A. Eller oltre a scrivere?

A parte le Arti Marziali, adoro il mondo dello spettacolo. Il cinema (non si direbbe, eh?!) e il teatro. Amo la magia e le emozioni che sanno creare e trasmettere i film, i musical, i balletti e le grandi opere. Se non fossi così maledettamente timida avrei fatto l’attrice.

Il prossimo sogno che vorresti vedere realizzato?

Credo che tutti gli autori vorrebbero vedere la propria opera su uno schermo (grande o piccolo) e il mio l’ho progettato proprio come se fosse un film, ma devo essere realista: a meno di non auto-produrlo da sola (cosa che non è materialmente possibile) mi sembra improbabile che accada.
Un sogno più realizzabile? Vorrei vedere la saga di Gunsight nelle librerie.

Almàs (The Gunsight Saga Vol. 4) di R. A. Eller

Dopo un’attesa decisamente troppo lunga per i miei gusti, torno finalmente a parlarvi dalla saga di Gunsight.

Dora, terzo capitolo della serie, si era concluso con un colpo di scena che aveva spezzato il cuore a molti lettori (non posso fare spoiler, quindi se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di leggere i romanzi precedenti in ordine di uscita); ancora una volta, però, l’autrice riesce a sorprendere e farsi perdonare, dando vita a un intreccio ben costruito, ricco di eventi e in cui ogni più piccolo dettaglio trova la giusta collocazione.

In Almàs viene ripristinata l’operatività della squadra, perché alcune situazioni erano rimaste in sospeso e certe domande non avevano ancora trovato risposta. È quindi il momento di scoprire le carte e mettere il punto, una volta per tutte, alle questioni irrisolte.

Vicende personali e incarichi ricchi di azione si alternano in questo romanzo dalle mille sfumature, dove all’adrenalina si mescolano i sentimenti, in quello che è uno dei capitoli più coinvolgenti della storia.

Difficile a credersi, ma ancora una volta l’autrice si è superata, scrivendo un romanzo in cui ritmo e coinvolgimento sono costanti. È difficile che succeda in una saga, eppure Almàs racchiude la freschezza tipica di un primo volume e la maturità di un quarto.
Impossibile non amare i personaggi (o non odiarli!), non soffrire o gioire con loro, non partecipare in pieno alle loro avventure.

Complimenti a R. A. Eller per la cura dei dettagli, per quel riuscire a chiudere tutti gli interrogativi in modo coerente e, soprattutto, per la grande capacità di catturare ed emozionare il lettore. Mi mancherà tutto questo… Almeno fino al prossimo e ultimo capitolo!

Gli altri volumi della saga:

I libri sono disponibili su Amazon.

Intervista a Mohammed Bouraya

Buon pomeriggio, un paio di settimane fa vi ho parlato del libro di Mohammed, intitolato Contatto.

Si tratta di un romanzo che mi ha incuriosita per diversi motivi, quindi ho deciso di intervistare l’autore, che si è gentilmente prestato e che ringrazio moltissimo per la disponibilità e la simpatia. Buona lettura.

Il tuo romanzo ha più piani di lettura e giochi molto con le parole. Com’è nata questa idea?

Il mio romanzo è frutto dello studio della letteratura classica e dei vari movimenti culturali passati. L’obiettivo è stato quello di produrre un’opera che sia il prosequio letterario di un mondo passato, facendo rivivere i classici ma, comunque, apportando innovazioni. D’altronde la mia penna dev’essere sui generis.
L’opera pertanto possiede almeno tre possibili letture: una lettura di svago volta a godere della trama e basta; una lettura più intensa volta alla comprensione delle varie tematiche sociali e psicologiche; e infine una lettura filologica, volta alla comprensione dei significati celati, della simbologia letteraria e della letteratura in generale.

Qual è il principale messaggio che vuoi far arrivare con Contatto?

Il significato lo si evince già dal titolo stesso: Contatto.
La parola è polisemica, presenta più accezioni e significati: contatto tra persone, contatto tra culture, contatto fisico, contatto sessuale, contatto con Dio; Essere un contatto; “Con Tatto” bisogna leggere il romanzo per poterlo comprendere appieno. E infine il contatto, a mio parere, più creativo, ovvero quello tra me scrittore e tu lettore, che nel mio romanzo assume un ruolo centrale, in quanto contribuisce alla stesura dell’opera stessa, riempendo gli spazi vuoti, dubitando, riflettendo e trovando possibili e logiche soluzioni.

Come mai hai scelto di dare voce a una ragazza? Non sarebbe stato più semplice immedesimarti in un ragazzo?

Il mio è un romanzo sociale a tutti gli effetti. In esso si trovano tante delle problematiche che affrontano le persone giorno dopo giorno. Tra i tanti temi e le lotte che condivido c’è quella femminista. Mettere al centro una donna e trattare la violenza di genere è un argomento importante e che ha un doppio e positivo risvolto: primo, la denuncia e il dar voce ad un tema molte volte, purtroppo, sottovalutato; secondo, chi lo legge si immedesima e in parte prova empatia e, chissà, conforto.

Quanto contano, nella tua vita, le tradizioni e la religione?

La religione è tanto se non tutto. Parto dal presupposto che le idee non sorgono per caso e che la Provvidenza abbia scelto me per raccontare questa storia (ed altre che vedremo in futuro, In’sha’Allah), anziché una qualsiasi altra persona.

Questo è stato il tuo romanzo d’esordio? Stai già pensando a un secondo libro?

Ho già ben 3/4 romanzi nella mia mente che non vedono l’ora di uscire da essa e vivere.

Quanto è stato difficile riuscire a pubblicare il libro?

Oggigiorno tutti si sentono un po’ scrittori, giusto perché conoscono un po’ la grammatica o perché hanno ricevuto qualche mi piace pubblicando due poesie su un social. Non voglio sminuire il lavoro di nessuno, ma tutta questa massa di scrittori contribuisce ad intasare le case editrici e quindi rendono la vita dura a tutti gli altri.
Aggiungi il fatto che per la gran parte delle case editrici non conta il prodotto culturale, ma conta solo se la storia sia vendibile (dipendendo anche da chi la vende), e così ottieni molto attrito e difficoltà per far pubblicare un qualsiasi romanzo.

Dal testo e dai tuoi studi, è evidente che ami le parole e la letteratura. Quali altri passioni hai?

Mi piace la cultura tout court: amo le lingue, amo viaggiare, amo conoscere le persone, amo lo sport, amo educare ed essere educato. Amo la vita.

Sei ancora molto giovane. Come ti vedi tra dieci anni?

La gioventù è qualcosa di relativo. Comunque non saprei dare pronostici ben definiti. Ho ancora tanti sogni nel cassetto e mi piacerebbe esaudirli uno ad uno.

C’è un libro che avresti tanto voluto scrivere tu?

Il mio romanzo è realista e magico-realista e per alcuni brevi tratti anche surrealista. Non so se riuscirei mai ad appropriarmi di un’opera altrui, ma sicuramente trovo che i classici di quei generi sopracitati siano il meglio in assoluto per il mondo della letteratura, perché racchiudono metafore ed interpretazioni molto prossime alla realtà e all’uomo di tutti i tempi. In particolar modo, i grandi classici che ho amato e dai quali ho rubato qualcosa per la loro grandezza e lungimiranza sono “Pedro Páramo”, “I Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo”, “Uno, Nessuno, Centomila”, “Il fu Mattia Pascal”, “Niebla”, “Don Chisciotte della Mancia”, “Cent’anni di Solitudine” e “la Divina Commedia”, tutte opere magistrali.

Domanda libera: raccontaci quello che vuoi!

Certo, la medicina è importante per curare l’uomo da un punto di vista fisico, biologico o anatomico, ma la letteratura è altrettanto importante per curare l’uomo nel suo aspetto interiore. Le storie ben narrate salvano, perché creano in noi un rapporto di immedesimazione, empatia e comprensione di sé. Ci conforta sapere che qualcuno abbia già vissuto certi tormenti, ci conforta riflettere, conoscere e trovare soluzioni, ci conforta sapere che non siamo soli.

Vi ricordo che Contatto è disponibile su Amazon.

Multi-intervista a R. A. Eller

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Volevo complimentarmi con te per la saga di “The Gunsight” e a tal proposito, vorrei chiederti a cosa ti sei ispirata per scriverla. Com’è nata l’idea della storia?

Grazie mille! La storia di Gunsight è nata a seguito di un articolo letto su un blog che parlava di matrimoni di lusso… So che può sembrare che non c’entri nulla, ma l’ispirazione è venuta da lì.
Personalmente sconoscevo l’esistenza del “fotografo di lune di miele” e ricordo di essermi chiesta che tipo potesse essere un uomo che faceva un mestiere del genere e cosa faceva quando tornava a casa dopo una lunga luna di miele non sua. “SE ritorna a casa”, mi rispose la mia mente con una vocina curiosa. Come da questo sia venuta fuori una Spy Story ve lo lascio scoprire da soli…

Hai letto molto storie di spionaggio, indagini, storia americana?

Ho letto alcuni romanzi di spionaggio (non moltissimi) e parecchi saggi su come funzionano le agenzie governative negli Stati Uniti. Non è sempre facile recuperare materiale e i film sono parecchio fuorvianti. In generale ho sempre avuto una passione smodata per gli USA fin da bambina e l’argomento mi appassiona.

Sicuramente sei una lettrice: che generi preferisci e se c’è un preferito o preferita.

Sono una lettrice onnivora e leggo veramente di tutto, ma il mio genere preferito è il thriller. I miei autori preferiti sono Zafòn e JK Rowling (anche in versione Robert Galbraith), di loro leggerei perfino la lista della spesa!

Qual è “il tuo scatto perfetto”? Mi riferisco all’obiettivo al centro copertina del primo libro.

Non sono una brava fotografa, ahimé, ma “lo scatto perfetto” per me è un’immagine che racchiude in sé un’emozione e un momento magico… In questo caso, a inizio libro, Aja Sofija al tramonto con le sagome in controluce di due innamorati…

Mi piacerebbe sapere se sei stata nei luoghi dove si sviluppa la storia.

In molti sì, ma non in tutti, purtroppo. Amo viaggiare, ma in alcuni set ci sono stata prima con Google Earth e poi fisicamente. Una delle cose più belle di scrivere è che posso andare dappertutto!

La trama mi riporta molto al film “Sotto assedio”, c’è qualche collegamento tra il film e la scelta del genere letterario?

Uuuhh, che flash questo film! L’ho visto in aereo! Non è uno dei miei preferiti in verità, ma amo i film d’azione e credo che si sia notato abbastanza in questa serie. Volevo proprio scrivere un libro che fosse dinamico come un film d’azione.
Non fatevi ingannare dalla quarta di copertina, però: il “problemino” alla Casa Bianca è solo la punta dell’Iceberg!

Come scegli i nomi dei tuoi personaggi?

Trovare il nome dei personaggi è sempre un problema, almeno per me. Per quel che mi riguarda devono essere semplici e orecchiabili, specialmente se è una storia corale (io ad esempio ho la memoria di una zanzara). Per questa saga, però, trovare il nome dei protagonisti è stato abbastanza semplice perché più o meno tutti quelli principali hanno una ragione per chiamarsi in quel modo.

Ti identifichi in qualche personaggio della tua saga? Se si, quale?

Ehehehe… Nì. Non ce n’è soltanto uno con cui mi identifico. C’è un lato di me in ognuno di loro, nessuno escluso.

A che età ti sei appassionata alla scrittura?

Alla scrittura vera e propria intorno ai tredici anni, quando ho iniziato a essere troppo grande per giocare con le bambole! Ho sempre inventato storie e da allora ho iniziato a buttarle su carta…

Cos’è per te la scrittura? Lavoro, passione, sogno, un po’ di tutto questo, altro?

La scrittura per me è innanzi tutto una necessità. Se non scrivessi ogni giorno probabilmente inizierei a parlare da sola per strada e sembrerei matta. È una passione, sicuramente. Mi fa stare bene e mi diverte. Sogno, come tutti gli autori, che diventi qualcosa di più di un hobby ma chiamarlo “lavoro” non mi piace molto, anche se l’impegno che ci metto è tanto.

Rispetto alle saghe mi ha sempre incuriosito capire come nascono nella mente dell’autore. Hai realizzato alla base l’intero progetto e prima della stesura hai valutato come dividerla nei diversi volumi o sei partita da un’idea base per il primo libro e altri sono nati successivamente?

Ho concepito la saga di Gunsight come un libro unico.
Il primo volume, di per sé, ha una trama molto semplice e ha il compito di presentare i personaggi principali e l’ambiente in cui operano. È autoconclusivo perché la storia principale ha un epilogo, ma resta aperta una sottotrama che poi darà vita alla storia vera e propria che inizierà nel secondo romanzo.
Il terzo capitolo, DORA, rappresenta il cuore della saga. Il momento in cui tutti gli equilibri creati vengono rotti. Il quarto e il quinto hanno l’arduo compito di concludere la storia.
Originariamente dovevano essere solo quattro, ma alla fine c’era un piccolo tassello che non aveva trovato la sua collocazione e ho dovuto rimediare.

I libri già pubblicati e disponibili su Amazon:

Dora (The Gunsight Saga Vol. 3) di R. A. Eller

La task force di Jade e Mike è tornata, in un romanzo davvero esplosivo! Non è solo un modo di dire, visto che stavolta troveremo il gruppo alle prese con una bomba particolare, i cui effetti potrebbero riverberarsi sull’intero pianeta.

In generale, non amo attardarmi troppo sulla trama, facilmente reperibile anche sul web. Ciò che più mi interessa è cercare di far capire perché questo libro – anzi, dovrei dire questa saga – meriti di essere letto.
Secondo la mia esperienza, almeno il 60% dei romanzi in serie perdono mordente e spessore andando avanti. Beh, non è il caso di R. A. Eller! La sua saga continua (incredibilmente, direi!) a migliorare e se i primi due libri erano belli, con questo ha fatto un ulteriore salto di qualità.

L’intreccio è, come sempre, avvincente e ricco di colpi di scena. Abbiamo continui cambi di ambientazione, intrighi internazionali e tanta azione. Il passaggio dalle avventure della task force alle vicende personali dei protagonisti tiene sempre alta l’attenzione del lettore ed è difficile dire quali siano i momenti più appassionanti!

I personaggi che avevamo già imparato ad amare, vengono qui approfonditi ancora di più; scopriamo nuovi dettagli che arricchiscono il mosaico delle informazioni, definendo sempre meglio la conoscenza con loro. Ho particolarmente apprezzato la crescita di Skye, figura che in precedenza – anche se ben caratterizzata – percepivo quasi come una spalla, facilmente sostituibile; in Dora ha un’evoluzione, soprattutto dal punto di vista umano, e ciò lo rende molto più simpatico, facendolo entrare nel giro di coloro che ormai considero amici e non più semplice personaggio di un libro.

Notando la precisione degli incastri, la cura dei particolari, l’attenzione a ogni aspetto della narrazione, non posso che ribadire ciò che ho pensato fin dal primo volume: R. A. Eller è una grandissima autrice e la sua saga è veramente notevole!

Della stessa autrice, disponibili su Amazon:

Nemesi (The Gunsight Saga Vol. 2) di R. A. Eller

A pochi giorni dall’uscita di Dora, terzo volume di questa fantastica saga, sono riuscita a finire la lettura di Nemesi; se il primo mi era piaciuto moltissimo (ne avevo parlato qui), con questo l’autrice si è superata!

Un’idea degli avvenimenti potete farvela da quanto riportato nella quarta di copertina, ma l’intreccio è così ricco e strutturato, che è davvero difficile parlarne senza rischiare di svelare troppo.
Vorrei, invece, soffermarmi sugli aspetti che – a parte, ovviamente, la nuova diversa avventura – lo differenziano maggiormente dal primo, aspetti che ho apprezzato tanto.

In questo secondo romanzo, al di là degli avvenimenti che coinvolgeranno nuovamente la squadra, ciò che emerge è la caratterizzazione dei personaggi. Mike, Jade e Jim, il cui passato ci era stato svelato in Gunsight, qui mostrano il loro lato più umano; lo stesso accade a Cross, agli altri del gruppo e persino a Lucilla.
Amicizia, fiducia, sostegno fanno capolino, ma vedremo anche lo scontro con la realtà e la necessità di accettare i compromessi.

Se il primo volume era avvincente, questo è almeno un gradino più su, perché l’aspetto umano e le vicende personali permettono al lettore di affezionarsi ai protagonisti. Le ultime pagine poi… Non un colpo di scena, ma un colpo al cuore!

Gli intrighi e i giochi di potere, i continui cambi di prospettiva, le vicende ricche di azione sono una costante; il romanzo è, quindi, coinvolgente e adrenalinico. L’impressione che avevo avuto già con Gunsight è qui confermata: sono romanzi che vedrei benissimo per una trasposizione cinematografica (e avrei anche già scelto uno dei protagonisti!).

Una saga coinvolgente, ricche di azione e colpi di scena.

Della stessa autrice, disponibili su Amazon:

Intervista a R. A. Eller

R.A. Eller è l’autrice di una bellissima saga in cinque volumi, tre già pubblicati e il quarto che dovrebbe uscire nel corso del 2022. L’ultimo, come ha confermato l’autrice, è già pronto, quindi si dovrebbe riuscire a leggerlo nel 2023!

Avendo amato i primi tre, sono molto felice di aver potuto chiacchierare l’autrice, sempre simpatica e disponibile. Ecco l’intervista.

Presenta il tuo romanzo in poche parole!

Gunsight è “thriller d’azione”, ma c’è chi l’ha definito “political thriller” o “spy story”. La verità è che al suo interno c’è veramente di tutto. Si passa dalla commedia all’azione, dal dramma al romanticismo, in un continuo succedersi di colpi di scena senza un solo attimo di noia (almeno così mi hanno detto!). La premessa è molto semplice: Gunsight è un sicario che minaccia di uccidere il Presidente americano e i nostri due “incompatibili” protagonisti, un agente del Secret Service e un contractor senza regole, hanno solo quattro giorni per catturarlo e salvare la vita al capo di Stato.
Ma è davvero così semplice la storia? E cosa c’entra in tutto questo il fotografo di viaggi di nozze di cui parlavamo prima?
Per scoprirlo, non dovete far altro che farvi “catturare” da Gunsight!

Gunsight è una saga in 5 volumi! Come mai una prima pubblicazione così impegnativa?

In realtà l’idea di pubblicare questa saga non è stata mia ma dei miei beta readers (già lettori di altri miei lavori, anche più corti). Hanno insistito loro perché era, testuali parole, “troppo bella per tenertela nel cassetto!“.

Intreccio molto complesso, ricco di “storie nella storia”. Com’è nata l’idea?

La storia è nata per caso. Stavo vagando annoiata sul web e mi sono imbattuta in un articolo che trattava di matrimoni lussuosi, nello specifico si parlava della figura del fotografo di viaggi di nozze. Non avevo idea che esistesse un lavoro simile e iniziai a chiedermi che tipo potesse essere un uomo che lo fa di mestiere. Sono viaggi lunghi di solito, da un minimo di due settimane a dei mesi, se gli sposi sono molto ricchi. È bello perché permette di viaggiare molto, ma potrebbe anche rivelarsi parecchio noioso… Ma poi, mi chiesi, cosa fa un fotografo di viaggi di nozze quando ritorna a casa? La risposta fu… SE ritorna a casa.
Come ne sia venuta fuori una Spy Story ancora me lo chiedo anche io!

Gunsight e Mike sono dei personaggi davvero intriganti! Ti sei ispirata a qualche persona reale?

No, o meglio, non nella loro interezza. Entrambi i personaggi sono stati costruiti fisicamente e psicologicamente da zero, ma in loro c’è qualche sfumatura del mio carattere. Un po’ come quando i figli somigliano alla mamma, insomma.

Tre volumi pubblicati, uno a breve, l’ultimo già pronto. È stato difficile gestire la saga? Sono romanzi autoconclusivi oppure collegati tra loro?

Quando scrivo sono come un treno, non mi fermo fino a quando trame e sottotrame non si esauriscono. Fino a quando, cioè, non mi quadra il cerchio.
Man mano che la storia prendeva forma, ho concepito la saga come fosse un libro unico diviso in più parti.
Inizialmente dovevano essere quattro, ma alla fine del quarto c’era ancora qualcosa da completare.
Il primo l’ho inteso come introduzione, presentazione dei personaggi e dell’ambiente in cui operano. Nel secondo già comincia la storia vera e propria. Il terzo, in prossima uscita, è il culmine, il caos più totale, e posso dire solo che sarà un vero rollercoaster di eventi. Il quarto vede la conclusione della trama principale, ma se sarete ancora curiosi, nel quinto troverete l’epilogo, la vera chiusura della storia. Le sottotrame restano aperte, ma il “problema” centrale si conclude. Terzo e quarto sono collegati. Il quinto si svolge circa due anni dopo gli avvenimenti del quarto, ma non può essere letto da solo, fa sempre parte della saga.

Qual è la parte che ami di più scrivere e perché.

Adoro scrivere i dialoghi. Mi piace far interagire tra loro persone che hanno poco in comune. Nel mio libro ci sono molte occasioni del genere, oltre alle scene d’azione… Credo che, attraverso il dialogo, per il lettore sia più facile immaginare ciò che succede, capire che tipo di personaggi ha davanti in quel momento e come si sentono in base a quello che dicono. Lasciare che il lettore dipinga da solo “la sua scena”, senza che l’autore intervenga dilungandosi in eccessivi dettagli descrittivi di ambientazione e stati d’animo, rende la lettura più personale, dinamica e meno noiosa.

Un ringraziamento all’autrice per la disponibilità. Vi ricordo che trovate i suoi libri su Amazon.

Le recensioni dei primi tre romanzi:
Gunsight
Nemesi
Dora

Gunsight (The Gunsight Saga Vol. 1) di R. A. Eller

La data in cui il presidente degli Stati Uniti, Tom Kelsey, verrà ucciso è stata fissata e la notizia rischia di scatenare il panico. La task force dedicata alla sua sicurezza ha solo quattro giorni per capire se questa minaccia sia seria o meno. Quattro giorni per proteggerlo, scoprire chi ha fatto trapelare la voce, chi è il mandante e soprattutto come e in che modo colpirà, per evitarlo. Per questa ragione, Faulkner è costretto ad accettare il supporto dell’enigmatico Mike, misterioso personaggio che sembra avere un potere illimitato e nessun vincolo, morale né legale!

Primo di una saga in cinque volumi, questo libro è stato una piacevolissima sorpresa. Spionaggio, politica, giochi di potere, azione e avventura sono solo alcuni degli elementi di questa intrigante vicenda, il cui intreccio assume corposità e spessore pagina dopo pagina.

In un’alternanza di presente e passato, in luoghi diversi e vite che non hanno nulla in comune le une con le altre, le storie personali dei protagonisti si svelano e nuove connessioni vengono fuori.
Perché qualcuno vuole uccidere Kelsey? Perché il presidente si fida così tanto di Mike e qual è il ruolo di quest’ultimo? Cosa si nasconde dietro le drammatiche vicende che si stanno verificando?

Avvincente, con una trama complessa ma ben strutturata, con personaggi affascinanti la cui personalità conquista il lettore e con continui cambi di scena e di prospettiva, “Gunsight” è un romanzo che cattura immediatamente.

Difficile credere che si tratti del primo romanzo di questa autrice, perché ha una maturità stilistica notevole e mancano del tutto quelle ingenuità che, spesso, si riscontrano nei romanzi d’esordio. Non vedo l’ora di leggere il seguito!

Della stessa autrice, disponibili su Amazon:

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