Reminders of him di Colleen Hoover, Ed. Sperling & Kupfer

Reminders of him di Colleen Hoover

Oggi voglio parlarvi di un libro che mi ha sorpresa, perché non credevo fosse il tipo di romanzo per me; ho dovuto ricredermi!

La storia che la Hoover ci presenta, infatti, cattura fin dalle prime battute. Reminders of him è il racconto di una rinascita, di una vita che regala una seconda possibilità. È una vicenda di perdono e di riscatto.

Per chi non avesse già letto info in libreria o sul web, ecco pochi dettagli per capire di che cosa si parla. Kenna, appena uscita di prigione, ha un solo desiderio: conoscere la sua bimba di quattro anni, nata durante il periodo di detenzione e cresciuta dai nonni paterni. I due, però, hanno (o ritengono di avere) molte ragioni per far si che ciò non accada. La ragazza sarà costretta a fidarsi di colui che più sembra odiarla e svelare proprio i ricordi che sta cercando di dimenticare.

Ho apprezzato la capacità dell’autrice di catturare il lettore e tenerlo avvinto alla storia, grazie al susseguirsi di eventi che trasmettono il desiderio di scoprire cosa è accaduto in passato e cosa accadrà in futuro.

Belle la caratterizzazione dei personaggi, percepiamo la disponibilità di alcuni e il rancore di altri, l’odio e la rabbia ma anche l’affetto e l’accoglienza. Altrettanto belle le descrizioni della vita di tutti i giorni che riprende i suoi ritmi, con le sue difficoltà e le piccole soddisfazioni; i momenti di speranza e quelli di sconforto; la rievocazione di giorni felici eppure pieni di malinconia.

Una storia che mi ha commossa (non succede spesso!) e che vi consiglio di leggere. Il libro è disponibile su Amazon.

Poco più che d’estate di Luisa Di Maso, Ed. Dialoghi

𝘕𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘰 𝘶𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦, 𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘥𝘦𝘴𝘴𝘰, 𝘮𝘢 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘳𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘯𝘥𝘰𝘤𝘪 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢, 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘮𝘪𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘨𝘢𝘮𝘣𝘦.

È con queste parole che Luca, giovane protagonista del romanzo, ci racconta l’estate dei suoi quattordici anni, quella stagione calda e piena di vita che gli regalerà misteri e scoperte, nuove amicizie, emozioni belle e meno belle.

Arrivato a Ventotene al seguito della madre, il ragazzo potrà finalmente scoprire cosa contiene la scatolina affidatagli dal nonno prima della partenza. È una scatola che racchiude segreti connessi alla splendida isola e alla stessa vita di Luca e della sua famiglia, segreti da riportare a galla per far pace con il passato. Forte del legame col nonno e della fiducia che ha riposto in lui, cercherà risposte a domande solo in apparenza dimenticate.

Anche l’amore farà capolino, quell’amore che spesso assume sembianze diverse da ciò che ci si aspetta…

Il romanzo, poetico ed evocativo, intreccia alla storia personale del protagonista gli eventi storici che hanno toccato Ventotene. C’è avventura nel libro della Di Maso; c’è mistero e c’è amore; c’è la storia, quella vera che si studia a scuola; c’è una saga familiare con i suoi tanti segreti e ci sono le seconde opportunità che danno un sapore nuovo alla vita.

Bella la caratterizzazione dei personaggi e la cura nel mostrare i rapporti esistenti tra loro, l’affetto, l’amicizia, il rispetto, l’amore… Un romanzo coinvolgente, nostalgico e pieno di speranza.
Lo trovate su Amazon.

Fino alle braci di Cristiano Sormani Valli, Ed. Sabir

Ci sono romanzi d’amore e ci sono romanzi che parlano d’amore, ma a tutto tondo, verso il partner, verso gli amici e gli sconosciuti, verso gli animali, il cielo e le piante, verso tutto ciò che ci circonda.

Splendido è il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere l’intensa storia raccontata da Cristiano, perché se è vero che il nucleo centrale è l’amore tra Zoe e Barbara, è altrettanto vero che intorno a esso c’è molto di più.

C’è l’accettazione del diverso; c’è l’attenzione verso i bisogni altrui ma anche la necessità di non perdersi e seguire i propri sogni; c’è il rispetto verso ogni cosa, animale, pianta o inanimata; c’è il bisogno di crescere e cambiare, per seguire i propri desideri e non perdere ciò che si ama.

Lo stile narrativo è particolare, poetico e semplice al tempo stesso; vediamo i protagonisti dall’esterno, ma leggiamo anche i loro pensieri in prima persona, scritte sui muri, pagine di diario e disegni appena accennati che rendono tutto più vivido. È impossibile non empatizzare con Barbara e non apprezzarla per la difficile scelta di vivere con un uomo speciale come Zoe, ma è difficile anche colpevolizzare lui per certe scelte…

Personaggi ed eventi particolari avranno un ruolo fondamentale e, tra realtà e fantasia, ci si ritroverà alla parola fine, con tanta dolcezza nel cuore.

Un libro che racchiude molto di più del poco che ho scritto. Vi consiglio di leggerlo. Lo trovate su Amazon.

Le scintille di Alma di Elena Zucchi, Ed. Arkadia

Oggi sono qui a parlarvi dell’esordio di Elena Zucchi, ma esordio solo nell’ambito del romanzo, perché l’autrice ha molto altro al suo attivo e si percepisce bene dallo stile curato, dall’attenzione ai dettagli, dalla costruzione dell’intreccio.

Questo libro è stato una vera sorpresa, perché la storia racchiude molto di più di ciò che la quarta di copertina e i primi capitoli possano far pensare.

Siamo a Milano, Alma è una ricercatrice universitaria con una famiglia nobile alle spalle, il cui passato è segnato dalla misteriosa morte della madre. Misteriosa solo per lei, però, perché il padre e la zia rifiutano di affrontare l’argomento e la trattano come se fosse ancora una bambina invece che una donna, senza che lei riesca a impedirlo.

L’incontro con un uomo che sembra avere troppi segreti sommato a qualche difficoltà in ambito lavorativo, arrivano a turbare anche il suo presente… Ok, adesso starete pensando al classico romanzo d’amore con una storia difficile e lui che alla fine capitola (lo confesso, è ciò che ho temuto all’inizio!) , ma non potreste essere più lontani dalla realtà.

La vita riserva nuove sorprese alla protagonista, incontri e amicizie inaspettate che la porteranno a osservare il mondo con occhi diversi, ma anche a guardarsi dentro e a trovare il coraggio per fare quelle scelte sempre rinviate, lottando per scoprire ciò che è accaduto a sua mamma.

Sullo sfondo di ciò, una Milano inedita, descritta con la precisione di una cartolina e pronta a svelarci i suoi angoli più nascosti.

Un romanzo avvincente, che tocca anche il difficile tema dei desaparecidos argentini, dell’amicizia che va oltre i pregiudizi e le classi sociali. Una storia di rinascita e della ritrovata fiducia in sé e nella vita.

Il libro è disponibile su Amazon.

Se vado via di Yiyun Li, NN editore

Lilia Liska è sopravvissuta a tre mariti, ha cresciuto cinque figli e ha visto nascere diciassette nipoti. Ora vive in una residenza per la terza età… ed è qui che facciamo la sua conoscenza. Una donna ormai in là con gli anni, ma lucida, con lo spirito battagliero e uno scopo preciso: dedicare il tempo che le resta a leggere il diario di Roland, suo grande amore.

Quello che abbiamo davanti, però, non è il ricordo sdolcinato di una relazione, tutt’altro! Nel ripercorrere la loro storia, la donna controbatterà punto per punto ogni cosa che l’uomo ha scritto.

In questo intimo romanzo – che alterna vecchi ricordi a momenti di vita quotidiana – sembra quasi di assistere a una partita di tennis, in cui i giocatori alternano le battute; una spetta a Roland, una a Lilia… Peccato che Roland ormai sia morto, che gli incontri tra i due si possano contare sulle dita di una mano e che lui non abbia mai saputo di aver avuto una figlia e di averla persa.

Perché allora questo analizzare il passato evento per evento, parola per parola? Perché rivivere i pochi incontri, riflettere sulle altre donne, soffrire ricordando quella figlia difficile avuta con lui e persa troppo presto, quel marito mai amato? In un susseguirsi di immagini che scavano dentro – dentro Lilia e dentro noi lettori – vediamo srotolarsi l’intera vicende. Ci sono le critiche verso le scelte di Roland, c’è il sottolinearne i difetti, il descriverlo senza celarne gli aspetti peggiori eppure, nonostante tutto, quella che leggiamo è una dichiarazione d’amore. Un amore che, nel cuore di Lilia, ha resistito a tutto e che nonostante i pochi incontri, gli altri partner e la distanza, le ha tenuto compagnia per tutta la vita.

Attraverso la sua voce e i suoi ricordi viviamo più vite, non solo la loro, ma quella tragica di Lucy, quella di Gilbert, di Hetty, Katherine, Sidelle e ancora altri. Un romanzo intenso, profondo e ricco di significato, a partire dal titolo e fino all’ultima frase.

Disponibile su Amazon.

Prima di tutto stiamo calmissimi di Carla Casazza, Ed. CaRoL Books

Oggi voglio parlarvi di un libro piccolino – nemmeno 70 pagine – ma dal grande significato. Sto parlando delle pagine che racchiudono il cambiamento di rotta dell’autrice, Carla Casazza.

Il sottotitolo, Come ho reso migliore la mia vita, fa capire subito lo spirito positivo che pervade l’intero racconto e che, seppur si legga in poco tempo, lascia una traccia a lungo, stimolando domande e riflessioni.

In queste righe l’autrice non ci propone formule magiche, né ci svela segreti conosciuti a pochi eletti (sarebbe bello, ma non è così che funziona, purtroppo!). Carla, in modo diretto e con semplicità, ci racconta un periodo della propria vita, quello attraversato per crescere interiormente e raggiungere la serenità, quello che l’ha portata a chiedersi cosa volesse davvero e a lavorare affinché ciò che desiderava si realizzasse.

Procedere a piccoli passi è fondamentale e, pur tenendo presente le vite diverse cose ognuno di noi vive, leggere come le cose possano cambiare se ci si crede e si lavora per ottenerle, è un’iniezione di ottimismo e fiducia.

Disponibile su Amazon.

Intervista a Mohammed Bouraya

Buon pomeriggio, un paio di settimane fa vi ho parlato del libro di Mohammed, intitolato Contatto.

Si tratta di un romanzo che mi ha incuriosita per diversi motivi, quindi ho deciso di intervistare l’autore, che si è gentilmente prestato e che ringrazio moltissimo per la disponibilità e la simpatia. Buona lettura.

Il tuo romanzo ha più piani di lettura e giochi molto con le parole. Com’è nata questa idea?

Il mio romanzo è frutto dello studio della letteratura classica e dei vari movimenti culturali passati. L’obiettivo è stato quello di produrre un’opera che sia il prosequio letterario di un mondo passato, facendo rivivere i classici ma, comunque, apportando innovazioni. D’altronde la mia penna dev’essere sui generis.
L’opera pertanto possiede almeno tre possibili letture: una lettura di svago volta a godere della trama e basta; una lettura più intensa volta alla comprensione delle varie tematiche sociali e psicologiche; e infine una lettura filologica, volta alla comprensione dei significati celati, della simbologia letteraria e della letteratura in generale.

Qual è il principale messaggio che vuoi far arrivare con Contatto?

Il significato lo si evince già dal titolo stesso: Contatto.
La parola è polisemica, presenta più accezioni e significati: contatto tra persone, contatto tra culture, contatto fisico, contatto sessuale, contatto con Dio; Essere un contatto; “Con Tatto” bisogna leggere il romanzo per poterlo comprendere appieno. E infine il contatto, a mio parere, più creativo, ovvero quello tra me scrittore e tu lettore, che nel mio romanzo assume un ruolo centrale, in quanto contribuisce alla stesura dell’opera stessa, riempendo gli spazi vuoti, dubitando, riflettendo e trovando possibili e logiche soluzioni.

Come mai hai scelto di dare voce a una ragazza? Non sarebbe stato più semplice immedesimarti in un ragazzo?

Il mio è un romanzo sociale a tutti gli effetti. In esso si trovano tante delle problematiche che affrontano le persone giorno dopo giorno. Tra i tanti temi e le lotte che condivido c’è quella femminista. Mettere al centro una donna e trattare la violenza di genere è un argomento importante e che ha un doppio e positivo risvolto: primo, la denuncia e il dar voce ad un tema molte volte, purtroppo, sottovalutato; secondo, chi lo legge si immedesima e in parte prova empatia e, chissà, conforto.

Quanto contano, nella tua vita, le tradizioni e la religione?

La religione è tanto se non tutto. Parto dal presupposto che le idee non sorgono per caso e che la Provvidenza abbia scelto me per raccontare questa storia (ed altre che vedremo in futuro, In’sha’Allah), anziché una qualsiasi altra persona.

Questo è stato il tuo romanzo d’esordio? Stai già pensando a un secondo libro?

Ho già ben 3/4 romanzi nella mia mente che non vedono l’ora di uscire da essa e vivere.

Quanto è stato difficile riuscire a pubblicare il libro?

Oggigiorno tutti si sentono un po’ scrittori, giusto perché conoscono un po’ la grammatica o perché hanno ricevuto qualche mi piace pubblicando due poesie su un social. Non voglio sminuire il lavoro di nessuno, ma tutta questa massa di scrittori contribuisce ad intasare le case editrici e quindi rendono la vita dura a tutti gli altri.
Aggiungi il fatto che per la gran parte delle case editrici non conta il prodotto culturale, ma conta solo se la storia sia vendibile (dipendendo anche da chi la vende), e così ottieni molto attrito e difficoltà per far pubblicare un qualsiasi romanzo.

Dal testo e dai tuoi studi, è evidente che ami le parole e la letteratura. Quali altri passioni hai?

Mi piace la cultura tout court: amo le lingue, amo viaggiare, amo conoscere le persone, amo lo sport, amo educare ed essere educato. Amo la vita.

Sei ancora molto giovane. Come ti vedi tra dieci anni?

La gioventù è qualcosa di relativo. Comunque non saprei dare pronostici ben definiti. Ho ancora tanti sogni nel cassetto e mi piacerebbe esaudirli uno ad uno.

C’è un libro che avresti tanto voluto scrivere tu?

Il mio romanzo è realista e magico-realista e per alcuni brevi tratti anche surrealista. Non so se riuscirei mai ad appropriarmi di un’opera altrui, ma sicuramente trovo che i classici di quei generi sopracitati siano il meglio in assoluto per il mondo della letteratura, perché racchiudono metafore ed interpretazioni molto prossime alla realtà e all’uomo di tutti i tempi. In particolar modo, i grandi classici che ho amato e dai quali ho rubato qualcosa per la loro grandezza e lungimiranza sono “Pedro Páramo”, “I Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo”, “Uno, Nessuno, Centomila”, “Il fu Mattia Pascal”, “Niebla”, “Don Chisciotte della Mancia”, “Cent’anni di Solitudine” e “la Divina Commedia”, tutte opere magistrali.

Domanda libera: raccontaci quello che vuoi!

Certo, la medicina è importante per curare l’uomo da un punto di vista fisico, biologico o anatomico, ma la letteratura è altrettanto importante per curare l’uomo nel suo aspetto interiore. Le storie ben narrate salvano, perché creano in noi un rapporto di immedesimazione, empatia e comprensione di sé. Ci conforta sapere che qualcuno abbia già vissuto certi tormenti, ci conforta riflettere, conoscere e trovare soluzioni, ci conforta sapere che non siamo soli.

Vi ricordo che Contatto è disponibile su Amazon.

Mille Soli Una Notte di Lorenzo Rotella, Ed. N.M. Book

Come si supera il dolore di una perdita? Ognuno reagisce a proprio modo e quello di Lorenzo Rotella lo troviamo in queste pagine, intense e toccanti.

La silloge – arricchita dalle illustrazioni di Davide Chiello – racchiude settanta poesie, suddivise in cinque sezioni nelle quali, già dai titoli, sembra in qualche modo intravedersi il percorso di rinascita: La notte, L’incubo, La realtà, La follia, I mille soli.

Nei testi dell’ultimo gruppo, I mille soli, si percepisce chiaramente la voglia di tornare a vivere, la gioia di condividere momenti felici, di viaggiare, di amare.
Giornalista, la sua attitudine a scrivere si percepisce in questa raccolta che, pur essendo un’opera prima, non mostra le incertezze tipiche degli esordienti.

Le sue poesie sono come brevi racconti, che aiutano lui ad affrontare il dolore e noi a percepire (e magari ritrovare) emozioni e sensazioni sopite.

Tra incubi e ricordi, momenti d’amore e riflessioni, accompagneremo l’autore per le strade di tante città diverse, fino a giungere a Modena, ultima tappa di questo viaggio nei pensieri di Rotella che sembra, finalmente, aver ritrovato la serenità:

L’ipnosi della piazza deserta mi regala ore di sonno.

Multi-intervista a Maria Giovanna Torchia

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Quale ragione in particolare, ti ha spinta a redigere il tuo libro?

Più che una ragione, una domanda mi ha spinta a scrivere questo libro. I primi mesi di pandemia sono stati particolarmente complicati e spesso mi sono chiesta: “Se la mia vita dovesse finire adesso, quale sarebbe il mio più grande rimpianto?”.
La risposta è sempre stata la stessa ovvero non aver trovato mai il tempo necessario per realizzare il sogno di scrivere un libro che mi rappresentasse a pieno.
Fatalità, nello stesso periodo la mia strada ha incrociato quella della storia di Delinda e tutto ha avuto inizio.

Quanto tempo hai impiegato per scrivere il tuo romanzo?

Ho impiegato quasi due anni, ma non è stato un processo continuativo. C’è stata un’alternanza di intensi periodi di scrittura ad interminabili pause di alcuni mesi. Basti pensare che io sia riuscita a scrivere gli ultimi quindici capitoli in due mesi mentre i primi dieci in un anno e mezzo.

Quanto è stato importante ritrovare quella parte interiore/emotiva che affidi alla protagonista?

È stato fondamentale e, al tempo stesso, complesso e faticoso. Mi sono ritrovata prigioniera di un lavoro introspettivo che mai avevo condotto nella mia vita. Credo che la parte più complicata sia stata proprio affidare la mia interiorità a Delinda, una donna vissuta in un periodo storico totalmente diverso rispetto al mio, durante il quale sicuramente le emozioni, i dolori, gli amori venivano vissuti con una consapevolezza sicuramente meno sfacciata in pubblico ma certamente con intima intensità.

È stato difficile scrivere di qualcosa che comunque ancora ci segna (proprio come il Covid)?

Per quanto riguarda la narrazione degli eventi è stata inaspettatamente poco difficoltosa, probabilmente perché mi sono limitata semplicemente a scrivere ciò che stavo vivendo in quel momento. Ciò non significa che sia stato emotivamente semplice anzi, è stato come rivivere ogni giorno una seconda volta.

Il libro nasce come una elaborazione del lutto?

Sì! Credo che ci siano diversi modi di affrontare un dolore, soprattutto quando quest’ultimo scava nel profondo bisogna cercare di attenuarlo in qualche modo e il mio “modo” è stato scrivere questo libro.

Ho letto che quest’opera nasce da un dolore vero. Avevi scritto altro, prima?

La vita è fatta di alti e bassi, di gioie e dolori. Ho sempre preferito rifugiarmi nella scrittura durante momenti bui, di introspezione. Più che a veri e propri racconti, mi sono sempre dedicata alla scrittura di brevi riflessioni.
Mi rivedo molto nella frase del caro Tenco che, alla domanda di un giornalista “Perché scrivi solo cose tristi?“, rispose “Perché quando sono felice, esco“.

Credi che l’anima rimanga dopo la morte?

Certo. Se non avessi creduto nella possibilità di rimanere in qualche modo su questa Terra, il romanzo sicuramente non sarebbe nato, proprio perché tutto parte dall’incontro tra Giulio e l’anima di sua nonna. A tal proposito, vorrei porvi io una domanda: “Come si può credere che una persona amata, cara, con la morte possa d’un tratto non esistere più? Può dissolversi nel nulla come se non avesse mai vissuto?”.

Scrivere ti ha aiutata a elaborare il lutto?

Credo che alcuni lutti ci accompagnino per tutta la vita, semplicemente il dolore legato agli stessi si trasforma, cambia, ma non scompare mai completamente. Scrivere mi ha aiutata a trasformare un dolore opprimente in un dolore sopportabile, con il quale poter convivere giorno dopo giorno.

Se il tuo romanzo fosse una canzone, quale sarebbe?

Una canzone in particolare mi ha accompagnata durante l’intero processo di scrittura, in particolare in corrispondenza della parte psicologica: “I giardini di marzo” di Lucio Battisti, con la frase “Che anno è, che giorno è”. Quella perdita del senso di orientamento, quella confusione nei confronti della vita, dei sentimenti, la stessa che ha spesso intrappolato Delinda durante diversi frangenti tortuosi della sua vita.

Che libri ami leggere? Hai preferenze di genere?

Amo leggere i grandi classici russi, inglesi e francesi. I miei preferiti sono Tolstoj e Hugo.
Preferisco i romanzi storici, adoro conoscere la storia attraverso le vicende personali di personaggi letterari.

Per voce tua di Daniela Montanari, Ed. Phasar

Ci sono alcuni temi che, a prescindere dal secolo in cui di vive, restano un tabù. L’aborto è uno di quelli ed è proprio intorno a questa sorta di implicito segreto che ruota il romanzo di Daniela Montanari.

Anna, la sua protagonista, ha deciso di abortire quando aveva già un figlio piccolo; da allora, però, non passa giorno senza che lei non ripensi a quel bambino, a come sarebbe stato, ai rapporti che avrebbe avuto col fratello, a quanta gioia avrebbe portato nella sua vita… Ma Anna non è pentita della sua scelta perché non ci si può pentire di una scelta che si fa dopo aver valutato i pro e i contro, eppure la sua esistenza sembra essersi fermata a quel momento.

Non può fare a meno di ripensare a quel figlio mai nato e trova doloroso il fatto di non poterne parlare con nessuno. Dover tenere tutto dentro la distrugge, le sembra di non aver più diritto a un po’ di felicità e questo tabù, imposto dalle convenzioni nonostante la legge sull’interruzione di gravidanza, è un fardello troppo pesante da portare da sola

Il romanzo è un viaggio introspettivo, alla ricerca di sé e dell’accettazione di ciò che NON è stato.

A prescindere dalle opinioni in merito alla scelta fatta dalla protagonista e nei confronti dei tentativi messi in atto per ritrovare la serenità, ciò che abbiamo di fronte è una persona che combatte da sola e che, una volta presa coscienza di sé, decide di aiutare le altre donne, nelle sue condizioni, a non sentirsi più sole.
È un cammino quello di Anna, che la porta a ritrovarsi e a credere nuovamente nel futuro e nell’amore.

Un tema forte, affrontato con delicatezza e da un punto di vista nuovo: non il rimpianto (perché è convinta di ciò che ha fatto), ma l’accettazione e la rinascita.

Il libro è disponibile su Amazon.

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