Dalle tenebre di Miriam Palombi, Ed. Myth Press

Lo confesso, non amo per nulla Halloween e mi infastidisce un po’ questa abitudine di importare tutto ciò che viene dall’estero; amo l’horror, però, quindi non c’era momento migliore per leggere questo libro.

Quella di Miriam Palombi è una raccolta di racconti che esplora (e risveglia!) le peggiori paure di ognuno di noi.

Dalle tenebre comprende opere sia completamente inedite, sia che hanno partecipato, anche con successo, a manifestazioni e concorsi letterari. Comprende circa 20 racconti, tutti diversi per la tipologia di protagonista (e di ansia suscitata!).

Ho apprezzato molto lo stile dell’autrice, fluido e diretto, che coinvolge e che riesce a creare tensione senza quel detto, non detto che spesso caratterizza l’horror e che, secondo me, costringe il lettore più a immaginare che a leggere.

Da quello maggiormente gotico a quello che ci ricorda che è l’uomo l’essere più pericoloso, la Palombi costruisce tante situazioni ricche di tensione, che trasmettono piccoli brividi e insinuanti paure.

La percezione, ovviamente, è molto soggettiva e dipende anche dai timori che ognuno di noi si porta dietro. Personalmente, ho apprezzato in modo particolare Il dono, Il costruttore di burattini e Il viaggio di ritorno; non ne cito altre, perché dovrei quasi ripetere l’indice per intero.

Disponibile su Amazon.

La locanda dei lupi di Marcello Freddi, Ed. CaRoL Books

Il giorno in cui scomparve dalla faccia della terra, Osvaldo Dal Piàz si svegliò alle cinque della mattina. Era ormai l’inizio di novembre e a Lante il cielo cominciava un palmo oltre la soglia di casa, concedendo pochissima visibilità. Tutto ancora taceva.

Inizia così l’intrigante noir di Marcello Freddi che, ispirandosi a una storia vera, crea un romanzo che cattura fin dalle prime righe e in cui la suspense aumenta capitolo dopo capitolo.

L’autore gioca con le parole e i fatti, introducendo nuove ipotesi non appena il lettore inizia a fare supposizioni e rimescolando, di continuo, le carte in gioco.

Bello e lineare lo stile, veloci e brevi i capitoli che danno la netta percezione di un aumento del ritmo man mano che si va avanti. Molto interessanti le citazioni e gli articoli, quel “detto, non detto” che instilla nuovi dubbi e spinge a proseguire velocemente nella lettura.

La trama, apparentemente quella di un semplice giallo, rivela invece un intreccio molto più complesso, dove ai timori primordiali si mescola il senso di giustizia del capitano Mazzaro e del brigadiere Paolini; dove all’iniziale senso di comunità e fratellanza che sembrano pervadere il piccolo paese di Lante, subentra l’interesse personale; dove giochi di potere e convenienza sembrano stravolgere ogni cosa ed essere più importanti della verità.

Ma qual è, infine, questa verità? Che fine hanno fatto Osvaldo e gli altri viandanti? Mazzaro riuscirà a risolvere il mistero?

Un finale inatteso e spiazzante, sicuramente il noir più originale che ho letto di recente!

Majo di Ferdinando Mazzacuva

Fine – Quando leggerete queste pagine io sarò morto. Mi sarò ucciso.

Inizia dalla parola fine, l’avvincente romanzo di Ferdinando Mazzacuva; un libro che mi ha messa un po’ difficoltà, lo ammetto, perché si tratta di una storia così particolare che è difficile parlarne senza svelare troppo, ma come fare a spiegarvi di che parla, senza raccontare qualcosa??!!

Proverò semplicemente a dirvi cosa mi è piaciuto tanto e cosa un po’ meno, senza entrare nel merito. Per scoprire la trama, dovrete farvi bastare ciò che riporta la quarta di copertina.

Cose che apprezzato molto:
• lo stile narrativo, semplice e immediato senza essere banale. Persino le parti prettamente tecniche, sono spiegate in modo da risultare chiare anche a chi non conosce la materia;
• l’intreccio molto elaborato e coinvolgente, con cambi di ambientazione e di prospettiva. Si passa con naturalezza dalla vita quotidiana dei due giovani protagonisti a quella che li vede ormai adulti e impegnati nella ricerca. Ottima, inoltre, la caratterizzazione dei personaggi principali, che presentano tratti distintivi propri e facilmente riconoscibili;
• i fatti storici fusi con quanto nato dalla fantasia dell’autore, in una trama credibile e realistica che mescola storia e immaginazione con tocchi di suspense e mistery.

Cose che mi hanno convinta un po’ meno:
• piccoli refusi sfuggiti alle mille riletture che, di certo, l’autore ha fatto; sono davvero pochi, ma mi sembra giusto dirlo, per correttezza verso chi legge;
• un evento della vita privata di Majo (quindi non fondamentale per la storia e di cui, ovviamente, non posso parlare) sfuma, senza una vera conclusione (so che succede spesso, ma è una cosa che personalmente odio!).

Ok, i fattori che non mi hanno convinta del tutto sono poco importanti e meno numerosi di quelli a favore, che vuol dire?
Vuol dire che si tratta di un bel romanzo, che l’autore non sembra affatto al suo esordio e che il libro merita davvero di essere letto!

Vorrei tanto parlarvi di big bang, spionaggio, Dio e Satana, Einstein e Hitler, ma mi asterrò. Posso solo consigliarvi, ancora una volta, di leggerlo.

Immortali di Gianmaria Parrotta, Ed. Barta

Né passato, né futuro. Era questo il patto. Nessun dolore, nessun amore, niente da fare o da volere: solo il presente, il giorno dopo il giorno. (cit.)

Finalmente riesco a parlarvi di questo libro, cui ho già accennato in diverse occasioni e che mi è piaciuto davvero tanto.
Le poche righe che ho citato, possono dare una prima idea di questo romanzo, che non è però un fantasy. Non c’è magia, non ci sono esseri fatati o poteri misteriosi; è una storia moderna, la storia di un paesino, Santa Maria dove – all’improvviso e senza nessuna ragione apparente – si smette di morire. Sparita la malattia, sparita la morte per vecchiaia, si muore solo per morte violenta. Uomini e donne si trascinano quindi, giorno dopo giorno, in una vita sempre uguale.

Quello che inizialmente sembrava un fantastico traguardo, si tramuterà in breve tempo in una prigionia infinita. Il mondo non è pronto ad accettare questi immortali, non sa come gestirli né cosa farne; si ritroveranno quindi, senza alcuna colpa, isolati da tutto e da tutti.

Si apre così il racconto della vita nel piccolo centro, capitolo dopo capitolo, personaggio dopo personaggio. L’iniziale senso di superiorità – che aveva portato alcuni a travalicare ogni limite, certi di non poter morire – si spegne in fretta, mentre il tempo scorre in una quotidianità immutabile.

Immortali, però, è anche una storia d’amore, ma non semplicemente tra un uomo e una donna; è la storia di un intero paese, pronto a mettersi in gioco per uscire da quello che è diventato un incubo.
È una storia originale, che fa riflettere su quanto sia difficile, oggi, essere “diversi” e non uniformarsi alla massa, di qualsiasi tipo di diversità si parli.
Alla fine, la soluzione verrà proprio dall’amore, dall’amicizia, dal desiderio di sostenersi l’un l’altro, in un inaspettato e toccante epilogo.

Insepolti di Marco Scaldini, Ed. Brè

Marco Scaldini, più conosciuto come Gianmarco Perboni per il notissimo Perle ai porci, stavolta dà vita ad una raccolta di racconti soprannaturali, che spaziano dal fantasy al mistery con tocchi horror; un bel mix per gli amanti di questo genere (me compresa!).

Il filo conduttore che lega queste storie sembra essere la ricerca – o meglio, il tentativo – di immaginare cosa possa aspettarci dopo la morte. C’è davvero un’altra vita? E cosa troveremo dall’altra parte?

I diversi protagonisti, inconsapevoli di esser trapassati, si ritrovano di colpo nelle situazioni e nei luoghi più diversi. Un campo di battaglia, un ospedale, un treno ma anche un allegro parco a tema – per citarne solo alcuni – si riveleranno improvvisamente diversi da ciò a cui erano abituati, universi paralleli dove ogni cosa apparirà aliena (e pericolosa!) ai loro occhi.

Ben scritto, originale e veloce, con storie indipendenti tra loro e diverse le une dalle altre, Insepolti è una raccolta piacevole e, nello stesso tempo, un po’ ansiogena.
Ok, forse c’è vita dopo la morte, ma chi ci assicura che sia una vita migliore? Siamo proprio certi di volerlo scoprire prima del tempo?!

Iceland di Samuele Alinovi, Ed. Nulladie

Premessa: sono innamorata dell’Islanda dalla prima volta che ho avuto modo di visitarla, è la destinazione che mi viene in mente sempre e comunque, quando mi si chiede dove vorrei trascorrere la mia prossima vacanza; la scelta di questo romanzo, quindi, non è stata affatto causale.

Ad Arnastapi un giovane diciassettenne viene trovato morto. Le inquietanti modalità dell’omicidio portano la polizia locale – poco abituata a gestire casi del genere – a chiedere ed ottenere l’aiuto di un detective inglese. Mentre l’indagine procede, facendo quasi da sfondo al romanzo, l’isola diventa la vera protagonista della storia, con i suoi abitanti, le tradizioni, i riti ed i misteri che la rendono tanto affascinante.

Attraverso le vicende personali di Rafael, Terri e Natan, l’autore descrive i pittoreschi scenari che caratterizzano l’Islanda, gli immensi spazi aperti, i vulcani e i suoi ghiacciai, ma soprattutto parla di demoni, sciamani e delle altre misteriose creature che caratterizzeranno la cultura locale.

Nel stesso momento in cui la razionalità degli stranieri si scontra con eventi e credenze che ritiene superate, le inquietanti presenze sembrano invece convivere pacificamente con gli abitanti locali; indifferenti a tale contrasto, le forze della natura dominano su tutto.

Una storia affascinante, che nonostante qualche ingenuità nell’intreccio, cattura fin dalle prime righe e accompagna il lettore a scoprire questa terra misteriosa.

Se fino ad ora non avevate mai pensato di visitare l’Islanda, sicuramente – dopo aver letto questo romanzo – vi verrà voglia di farlo!

Carrie di Stephen King, Ed. Bompiani

Ogni tanto, invece di dedicarmi alle ultime uscite, tiro fuori uno dei tanti libri in attesa nella mia libreria, l’ultima volta è toccato al Re. Sono servite si e no due ore per finire il romanzo (ok, sono meno di 200 pagine e anche questo ha inciso!), forse uno dei più conosciuti di King.

Carrie, dotata di poteri telecinetici, è figlia di una maniaca religiosa che, di fatto, fa di lei una ragazza strana, diversa dai coetanei e presa in giro da tutti. Al ballo della scuola, a causa dell’ennesimo scherzo (l’ultimo!), la situazione precipita….

Premesso che io amo S. King e mi piace tutto ciò che scrive (ok, magari ho qualche riserva sugli ultimi libri, ma avendo 73 anni ed un numero infinito di romanzi all’attivo, gli si può perdonare un po’ di stanchezza), non voglio parlare della trama, della struttura originale con cui è presentata, della telecinesi, né voglio fare una recensione (ovviamente positiva) di Carrie.

La mia è solo una riflessione sulla protagonista. Come dovremmo considerare la giovane protagonista? È vittima o colpevole? Chiaro che, visto il numero finale dei morti, verrebbe da dire colpevole, perché tanti innocenti hanno perso la vita negli incidenti da lei causati, ma la ragazza non è prima di tutto una vittima? Della madre, praticamente matta; della scuola, che non le ha dato l’aiuto di cui avrebbe (chiaramente) avuto bisogno, degli altri studenti, che l’hanno presa in giro costantemente, provocandola fino al punto di non ritorno, fino al momento in cui non è stata più capace di controllarsi…

A volte è davvero difficile non trovare – non dico delle giustificazioni – ma almeno delle attenuanti. Fortuna che è solo un romanzo.

I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver, Ed. Neri Pozza

In un minuscolo borgo del Suffolk, Wakenhyrst, si trova un maniero ormai in rovina. Nel 1913, quella casa vicino alla palude racchiudeva l’intera vita di Maude, finché non vide suo padre – armato di punteruolo da ghiaccio e martello – uscire di casa e massacrare un uomo.

Internato in manicomio, l’omicida si dedicò a dipingere, creando però solo opere da incubo, paurose e macabre. Nel 1965 il mistero sul perché di quell’assurda morte non è ancora stato svelato, ma c’è chi tenta nuovamente di capire….

Ogni tanto capita di trovare dei libri che sorprendono e che vanno oltre le aspettative. Questo romanzo, per me, è uno di è uno di quelli. La trama mi aveva già intrigata, ma leggendolo ed andando avanti, sono rimasta sempre più coinvolta.

La Paver è riuscita a creare un intreccio perfettamente bilanciato, dove la normalità – con le abitudini, i costumi ed anche pregiudizi dell’epoca – convive con il mistero e l’inquietudine; dove i primi batticuore si mescolano a presenze oscure e demoniache, in una vicenda piena di suspense.

Un romanzo ricco di pathos, che coinvolge sempre di più man mano che si procede nella lettura. Se l’inizio può sembrare un pochino lento, la seconda parte cattura e si ha quella sensazione “doppia” da: “voglio sapere che succede dopo”, alternata a “no no, non voglio scoprirlo, soprattutto non prima di andare a letto!”
Che dire di più? Veramente intrigante!

L’anomalia di Hervé Le Tellier, Ed. La nave di Teseo

Premio Goncourt 2020, il romanzo di Le Tellier è stato davvero una bella sorpresa. Di cosa parla? Difficile spiegarlo; senza voler anticipare troppo, dico solo che a marzo 2021 un Boeing 787, volo Parigi – New York, dopo una tremenda e pericolosa turbolenza, atterra felicemente. Tre mesi dopo lo stesso identico aereo, con gli stessi passeggeri e lo stesso equipaggio, chiede nuovamente l’autorizzazione per l’atterraggio!

Gli scienziati ed i governi di tutto il mondo si interrogano su cosa possa essere accaduto. Le teorie sono tante, ma quella che sembra la più credibile sarebbe, allo stesso tempo, la più tremenda. Nel frattempo, viaggiatori ‘duplicati” tentano di trovare un equilibrio che permetta loro di convivere con le conseguenze dell’inspiegabile evento.

Il libro non verte solo sul mistero dell’aereo atterrato due volte ma – sia prima che dopo che questo avvenga – sono le vicende dei protagonisti che tengono compagnia al lettore; storie che si srotolano poco per volta, raccontando piccoli e grandi drammi, scene di vita ordinaria ma anche vicende un po’ meno comuni. Impossibile non notare i tanti riferimenti che l’autore “semina” nel suo libro mentre, tra le scelte di un personaggio e le teorie di uno scienziato, ci accompagna all’epilogo. Un romanzo interessante e particolare!

Nessun autore scrive il libro del lettore, nessun lettore legge il libro dell’autore. Possono, al limite, condividerne la conclusione.

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