Soledad di Maurizio De Giovanni

Soledad di Maurizio De Giovanni

Editore: Einaudi
Audiolibro: Emons
Voce: Paolo Cresta

Da appassionata lettrice, amo sfruttare ogni momento libero per leggere e se proprio non posso sfogliare un libro, ecco che mi vengono in aiuto gli audiolibri.

Quelli prodotti da Emons sono i miei preferiti e ammetto che le avventure di Ricciardi – i cui libri ho per metà letto e per l’altra metà ascoltato – sono, in versione audio, indissolubilmente legati alla voce di Paolo Cresta, che riesce a diversificare i personaggi in modo tale che riuscirei a riconoscerli anche da brevi estratti avulsi dal contesto.

In questo ultimo romanzo della serie, tra i tanti temi trattati, quello che più mi ha colpita è la rilevanza, in positivo e in negativo, dei rapporti umani, una costante nei piccoli e grandi eventi, causa ed effetto di tutte le scelte.

C’è l’amore di Ricciardi per sua moglie, che non tramonta nonostante la morte di lei e che lo costringe alla solitudine, così come accade anche a coloro che vivono un amore senza speranza; c’è quello per la figlia, nuova e unica ragione di vita; ci sono i legami familiari forti – rappresentati dal brigadiere Maione e dai suoi cari – che regalano tante gioie ma anche delusioni altrettanto forti; ci sono i rapporti di amicizia, tra Ricciardi, Maione e Modo, tra Maione e Bambinella, tra Modo e il nuovo collega… Sono legami a volte privi di spiegazioni razionali, ma che sono lì presenti, tenaci e vivi, basati su una fiducia quasi irrazionale.

Ci sono poi altri legami, quelli che trovano fondamento sull’interesse, sulle pretese, sui ricatti. Sono quelli deleteri, che avvelenano l’esistenza e portano alla morte.

In Soledad c’è tutto questo e anche di più; come sempre De Giovanni dà vita a un giallo che è una perfetta rappresentazione della vita, con la guerra alle porte e la musica a fare da sottofondo. Davvero bello e letto in modo magistrale.

Trovate qui la versione audio, mentre il cartaceo è disponibile su Amazon.

Ex moglie di Tess Stimson, Storytel su Ed. Giunti

Tra un libro e l’altro, mi piace anche ascoltare audiolibri, per sfruttare al meglio i momenti in cui non posso leggere, per esempio quando vado a camminare.
Ieri ho finito questo thriller psicologico di Tess Stimson, che non conoscevo ma che si è rivelato molto piacevole e avvincente.

Andrew, uomo nercisista e superficiale; intorno a lui ruotano molte donne, forse troppe! Louise, la ex moglie; Caroline, l’attuale consorte e poi ancora la figlia, le sue amiche, la ex suocera… Tutte sembrano avere un debole per lui, troppo egoista e concentrato su se stesso per preoccuparsi davvero di come stanno e cosa provano le persone che lo circondano.

Il romanzo si apre con un omicidio e procede poi a ritroso, in un susseguirsi di eventi che – in periodi temporali diversi – mostrano gli antefatti della storia, toccando anche temi importanti e piuttosto dolorosi. Così, tra un ricordo di Louise e un segreto svelato di Caroline, si cerca di scoprire cosa sia davvero successo e chi sia l’assassino.

L’intreccio è ben congegnato e con approfondimenti psicologici interessanti; pur avendo capito piuttosto in fretta chi fosse il colpevole, ho trovato la storia godibile e ricca di colpi di scena fino alla fine.

Un bel thriller, che sarà apprezzato anche da coloro che non amano le storie forti, perché la vera protagonista è la psiche umana e non l’omicidio né l’indagine.

Thomas Jay di Alessandra Libutti

Di tanto in tanto, oltre a cartaceo e ebook, amo ascoltare anche gli audiolibri. In questa occasione, ho gradito particolarmente la collaborazione con l’autrice, perché si tratta di un libro che avevo già letto e amato in passato, oggi in nuova edizione e che, letto da Ivan Anoè, diventa ancora più intenso. Se avessi dovuto immaginare una voce per Thomas Jay, sarebbe stata la sua!

A distanza di anni, non posso che confermare ciò che ho pensato la prima volta che l’ho letto: un romanzo intenso, duro, profondo, che per certi aspetti mi ha fatto pensare al tanto citato Una vita come tante di Hanya Yanagihara (io preferisco, senza dubbio, Thomas Jay!). Sia chiaro, i libri non hanno assolutamente nulla in comune, se non quel desiderio di punirsi, di farsi del male, strettamente connesso al bisogno di essere accettati e amati, che contraddistingue entrambi i protagonisti.

Thomas Jay è lo pseudonimo dietro cui si nasconde un uomo, privato della libertà – tra riformatorio, ospedali psichiatrici e prigione – dall’età di 12 anni; praticamente, un bambino diventato uomo sempre rinchiuso tra quattro mura. L’unica sua vita di fuga è la fantasia perché, a discapito di tutto, è uno scrittore di straordinario talento, che sfoga il proprio dolore nelle storie che racconta.

È difficile parlare di questo libro, perché l’autrice è riuscita a dar vita a una storia così articolata che non si può riassumere in poche righe. La narrazione è talmente reale che si avrebbe voglia di leggere i libri di Thomas – di cui parla ampiamente quando si confronta con le poche persone a cui permette di avvicinarglisi – perché, pur essendo consapevoli del fatto che nella realtà non esistono, si vorrebbe comunque leggerli per conoscere meglio l’autore.

Tra una partita a scacchi e una dissertazione su Dostoevskij, la Libutti ha dato vita a un romanzo ricco di pathos, che ho apprezzato moltissimo in questa versione audio. Una storia intimistica, che parla di errori e rimpianti, di scelte e conseguenze, di responsabilità e di fuga (non solo in senso fisico), ma anche di rinascita, amore, speranza e amicizia.

Il libro, nelle diverse versioni, è disponibile su Amazon.

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