La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.
Raccontaci qualcosa di te scrittore: quanti libri hai scritto? Solo per bambini?
Sergio scrittore è rimasto assopito per molti anni. Durante il lockdown, avendo una quantità di tempo libero infinito (le palestre sono rimaste chiuse per 3 mesi il primo anno e per 9 il secondo), ho ripreso a scrivere. Sono nate tante storie e molte pubblicazioni con editori indipendenti. In questi due anni ho fatto il ghostwriter, ho scritto libri per bambini e per adulti di tutti i generi e tipi. Dal topic “salute e benessere” fino a manuali di satira. “Me come te” è il primo libro che pubblico con il mio nome e cognome, e i motivi sono due. Uno è sentimentale, in quanto l’ho dedicato al mio nipotino, l’altro è perché ne sono orgoglioso!
Come mai hai deciso di scrivere un libro per bambini?
Perché sono semi da innaffiare, sono il futuro. Confido nel potere delle parole e spero che messaggi importanti possano suscitare importanti cambiamenti. I bambini sono il punto di partenza.
Dove hai preso ispirazione per il libro?
Durante il lockdown ho frequentato lo straordinario laboratorio di scrittura creativa di Elena Cangiamila e proprio durante un esercizio sulla creazione di un personaggio di fantasia è nata Riccarda, una bimba un po’ timida dai capelli color popò, diversa nel suo essere così ordinaria. Dall’esercizio ho costruito poi una storia che la stessa Elena ha editato per renderla migliore.
Ci seguiamo già da un po’ e sconoscevo che il fatto che fossi autore anche di libri per bambini. Nella tua pagina non ne parli mai e evidenzi la passione per lo sport, l’arte e la lettura ma di altro genere. È una scelta ben precisa? Cosa rimpiangi del bambino che eri e in cosa ti senti ancora bambino anche adesso che sei adulto?
Non c’è nessuna scelta. La verità è che non sono molto social. Pubblico poco e solo di recente ho spostato l’attenzione dal Sergio sporty al Sergio che ha un sacco di altri interessi. Non ho ancora pubblicato un post dove presento la mia favola, è vero. Lo farò presto! Del bambino che ero rimpiango di non aver trascorso più tempo con mio fratello Angelo. Oggi che non c’è vorrei avere più ricordi di lui e con lui. Il Sergio adulto? Dov’è? Scherzi a parte, nonostante le responsabilità e le esperienze di vita, la persona che sono oggi custodisce un bambino che guarda al mondo con curiosità, ottimismo e speranza.
Nel tuo libro è scritto che ti proponi di trasmettere tre valori: gentilezza, gratitudine e amicizia. Quale tra i tre senti un tuo punto di forza e quale invece un’area di miglioramento?
A giorni alterni li sento punti di forza un po’ tutti. La gentilezza la associo anche a una buona educazione e dei tre valori forse è quello che mi rappresenta meglio, grazie a mamma e papà. Tutti e tre sono aree su cui sento di dover migliorare. Sono un perfezionista!
Come mai hai scelto il tema della diversità sotto forma di favola?
Perché parlarne non è mai abbastanza. In un clima di odio generale verso minoranze di qualsiasi tipo e non, sento il bisogno di credere che qualcosa per migliorare il mondo si possa fare e che sia responsabilità di tutti, ognuno con i propri strumenti, attuare il cambiamento.
Quali difficoltà ci sono durante la stesura di un libro rivolto a un pubblico così giovane?
Il linguaggio che deve risultare semplice ma non banale, così come la storia o i personaggi. La semplicità diventa la sfida più grande perché bisogna raggiungerla senza cadere in cliché triti e ritriti. La struttura narrativa del racconto, inoltre, deve sottostare a delle regole ben precise. Numero di battute, di pagine, grandezza del carattere, tipo di font sono solo alcune delle accortezze di cui tenere conto quando si scrive un libro per bambini.
Di solito sono papà, maestri o altre figure a contatto con i bambini a scrivere questo tipo di libri. Tu sei uno sportivo. Da dove è nata l’idea? Ti sei ispirato a bambine di tua conoscenza?
Il personaggio buffo di Riccarda è nato durante un esercizio di scrittura creativa, la storia che le ruota intorno è inventata, frutto di immaginazione e sensibilità verso certi argomenti che mi stanno a cuore. L’ho scritta per il bimbo che più amo al mondo: mio nipote Edoardo. Lui è una delle molle che mi spinge a voler continuare a scrivere libri per bambini.
Se potessi diventare il personaggio di un libro, già scritto o ancora da scrivere, chi vorresti essere?
Lulù Delacroix, personaggio del libro omonimo di Isabella Santacroce. Lulù rappresenta il coraggio, la purezza e l’amore per la vita, nonostante tutto. Affronta un calvario infinito, in un viaggio di redenzione e accettazione simile a quello che affronta Dante nella Divina Commedia. È la protagonista di una favola dark, scritta in modo magistrale dalla Santacroce che amo, dove si affrontano tematiche importanti come la diversità e l’accettazione.
Hai altre pubblicazioni in cantiere?
Si, e molto diverse tra loro! Sto finendo di scrivere dei testi che mi hanno commissionato alcuni editori indipendenti. Ho finito una favola per bambini che spero di pubblicare entro Natale (vorrei anche illustrarla io, ma il tempo è tiranno) e sto scrivendo una serie di racconti ambientati in Sicilia, la mia terra, che trasformerò in un romanzo di satira. La protagonista sarà Concettina, un donnone con un po’ di baffetti e l’aria aggraziata. Ma la conoscerete nel 2023!
Il libro di Sergio è disponibile su Amazon.