Qui tutto è fermo di Matteo E. Paoloni, Ed. La torre dei venti

Qui tutto è fermo, incantato,
nel mio ricordo.
Anche il vento.

(V. Cardarelli, Ritorno al mio paese)

Ho conosciuto Paoloni con Reclusione; mi aveva colpita la sua capacità di trasmettere emozioni e l’estremo realismo della narrazione, pur trattandosi di un distopico.
Immaginavo già, quindi, che un romanzo come questo – che parla del passato, di crescita e di rimpianti, di perdersi e ritrovarsi, di famiglia e amici – mi avrebbe coinvolta ancora di più; quello che non mi aspettavo, invece, era lo straripare di emozioni che ho provato.

Qui tutto è fermo è, nella sua semplicità e immediatezza, un pugno nello stomaco. È la storia di Guido ma potrebbe essere quella di ciascuno di noi quando, in fuga dal passato, dagli errori, dalle paure, ci allontaniamo, come se bastasse la distanza fisica a mettere le cose a posto… Ma non basta e Guido ce lo dimostra, pagina dopo pagina.

Tornare da Madrid alla piccola provincia natia è, per il protagonista, un tuffo nel passato e non solo in senso fisico. Il rientro, dovuto ai problemi di salute materni, darà anche la stura ai ricordi fino a ora tenuti sotto controllo. Il passato tornerà in feroci flashback che permetteranno di ricomporre vicende passate ma mai risolte e di affrontare le paure nascoste, quasi cristallizzate nell’immobilismo della provincia, ma in attesa di essere affrontate.

Paoloni si conferma un autore di grande bravura, ricco di empatia e capace di dar vita a personaggi nei quali riconoscersi. Tutti sono perfettamente caratterizzati, non solo il protagonista che si reputa una figura immobile, ma anche gli altri. C’è la madre, malata ma ottimista, eppure stanca di doversi preoccupare sempre degli altri; c’è il patrigno, tenuto in secondo piano nonostante i tentativi di avvicinamento e quella VHS che regalerà a Guido; c’è Guadalupe, che pur essendo poco più di una figura sullo sfondo, è una figura potente, ottimista, ricca di luce e speranza.

Un romanzo stupendo che, me ne rendo conto, non sono in grado di descrivere come meriterebbe. Complimenti Matteo.

Dello stesso autore:
Reclusione

Disponibile su Amazon.

Reclusione di Matteo E. Paoloni, Ed. Letteratura Alternativa

Nell’ultimo anno e mezzo, tanti sono i romanzi che hanno parlato di pandemia, trattandola da punti di vista sempre diversi. Paoloni è il primo autore che leggo, però, che ne trae spunto per dare vita a un romanzo distopico, che mescola sapientemente fantasia e realtà.

Paolo, il protagonista 34enne costretto a coabitare con la madre, decide di documentare ciò che accade e inizia a riprendere tutto col proprio smartphone.
L’uomo si muove in un mondo che ci ricorda – in modo esplicito, direi – la nostra realtà (dal lockdown alle file davanti ai supermercati, da alcuni servizi televisivi a determinati personaggi pubblici), raccontandoci gli eventi minuto per minuto.

L’alienazione che pervade il romanzo si percepisce fin dalle prime righe, in quella narrazione che inizia col giorno 672 (672!!!) e poi procede in ordine sparso, passando dal giorno 20 al 68, dal 227 al 29 e così via. Nonostante questa strana modalità, però, si riescono perfettamente a seguire le vicende descritte, alla cui base c’è sempre la reclusione, con pochi eventi particolari che permettono di distinguere un giorno dall’altro.

Lo stile di Paoloni è crudo, diretto, estremamente reale e la narrazione è arricchita da alcune immagini e da estratti tratti da Wikipedia che – oltre a spiegare i termini di volta in volta cercati – sembrano accentuare il senso di straniamento provato da Paolo. Si può quasi vederlo mettere temporaneamente via lo smartphone, interrompere la registrazione e il racconto in prima persona, per lanciare la ricerca e approfondire qualche argomento particolarmente ostico. Ho apprezzato moltissimo, ad esempio, il sottile nesso tra il giorno 240 e il successivo estratto su Wikipedia (eh no, non vi dirò di che si tratta!!), che rende il senso di alienazione sempre più forte e presente.

Una storia originale e particolare, uno stile che ho apprezzato molto, un realismo che non lascia indifferenti. Davvero una bella sorpresa.

Dello stesso autore:
Qui tutto è fermo

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