Giochi senza bandiere di Lorenzo Zucchi, Ed. Underground

Ultimo volume di una trilogia, dopo Quante bandiere hai? e Bandiere per tutti si conclude con questo libro il lungo racconto che l’autore fa dei propri viaggi.

Attenzione, però! Giochi senza bandiere non è una guida e non è neppure il classico diario di viaggio, ma qualcosa di molto diverso.

Gli innumerevoli racconti che Zucchi ci regala sono quasi delle istantanee dei momenti vissuti, flashback del passato e ricordi vicini nel tempo, in un susseguirsi di scatti che portano da un capo all’altro del mondo, da un piccolo paesino campano all’Irlanda, dalla Transilvania alle Baleari, passando per le Fiandre.

Tempi e luoghi si alternano in un 𝘥𝘪𝘴𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘴𝘰 che ci porta da un posto all’altro e da un anno all’altro, senza soluzione di continuità, a scoprire luoghi, profumi, sensazioni e anche persone, amici che vanno e che tornano, voci nuove. La sensazione principale che si ha è quella di movimento, un muoversi continuo e veloce.

Lo stile è particolare, a tratti sembra un flusso di pensieri disordinati, quasi come guardare il paesaggio che scorre dal finestrino mentre la mente vaga libera.
Altre volte c’è invece una fluidità che ci avvicina all’autore, alla sua giovinezza, agli errori, alle serate divertenti con gli amici, ai mille e più viaggi fatti e a quelli ancora da fare. Ogni capitolo è una storia a sé, indipendente e autonoma rispetto al resto.

Un libro particolare e fuori dagli schemi; chi si aspetta una guida o un diario di viaggio resterà deluso e perderà il filo dopo poche pagine. Un volume non adatto a tutti, ma perfetto per chi ama il mordi e fuggi. Un patchwork di luoghi e destinazioni, di voci, colori e sensazioni.

Il libro è disponibile su Amazon.

Multi-intervista a Lorenzo Zucchi

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Il legame uomo/natura è qualcosa che sostengo e condivido e dalle tue foto è evidente il fatto che tu non sia germofobico. Ma se i tuoi piedi potessero parlare, non pensi che ti chiederebbero almeno un paio di calzini? Magari per la città?

Hai ragione, sottovaluto i germi. Ma mi illudo che il contatto quotidiano dei miei piedi coi batteri mi dia qualcosa in termini di difese immunitarie. Comunque ogni volta che rientro a casa lavo i piedi con cura! Grazie

Hai viaggiato tanto anche in Italia? Se si, pensi di realizzare un libro che parli di questo? Noi italiani guardiamo più all’estero che a casa nostra, ma sarebbe bello avere un romanzo-guida che ci aiuti a riscoprire le bellezze del nostro Belpaese.

Conosco molto bene anche l’Italia, l’ho girata tutta. Nel mio prossimo libro in uscita a gennaio sarà il paese più rappresentato nei racconti. Un volume solo per l’Italia purtroppo non mi è possibile: le mie esperienze di viaggio sono tante e le devo per forza condensare o mi sarebbero usciti almeno 10 libri al posto di 3. Ma in futuro non si sa mai… grazie.

Un viaggio che ancora non hai fatto e che stai progettando? C’è un Paese visitato che è stato per te un’esperienza diversa da ciò che ti aspettavi, in positivo o in negativo?

Sto progettando il Kenya (e tanti altri a seguire). Paesi che mi hanno deluso non ce ne sono stati, quelli andati oltre le aspettative tanti: Perù, Nuova Zelanda, Sri Lanka, Singapore, Giappone… grazie.

Qual è la prima sensazione che ti comunicano i piedi all’inizio di un viaggio?

All’inizio c’è sempre quella tensione piacevole del dover raggiungere la destinazione. Poi piano piano subentra la frenesia del voler vedere tutto, alternata al relax delle calme ore serali. Le varie superfici sono una grande ricchezza, anche se i miei piedi preferiscono l’asfalto! Grazie.

Con quale atteggiamento si dovrebbe leggere il libro?

Bella domanda. È un libro che alcuni trovano difficile perché ricco di riferimenti culturali ai paesi visitati e di riferimenti personali da autobiografia. Ma se si legge in maniera leggera, solo per farsi trasportare dalle tantissime immagini presenti, senza per forza dover capire ogni singola frase, allora diventa un bello spunto per innamorarsi dei viaggi e del nostro pianeta. Grazie.

Qual è, secondo te, il peggior difetto di uno scrittore?

Non farmi sbilanciare contro i miei colleghi affermati! Per me il peggior difetto di uno scrittore è la ripetizione. Una volta trovata la formula di successo, la ripetono all’infinito solo per vendere. Ma la letteratura ha bisogno che chiunque di noi sperimenti, per crescere. Grazie!

Descriviti con tre aggettivi

Fuori dagli schemi (da tutti gli schemi)
Prolifico
Curioso di sapere
Grazie

Viaggiare quanto è importante per uno scrittore nell’ ideare le proprie storie?

Splendida domanda. Al momento sto pubblicando i miei racconti di viaggio ma ho già iniziato a scrivere romanzi. E mi sono ‘portato dietro’ l’amore per le ambientazioni. Per me un libro nasce dopo un viaggio, che sia a varie ore di volo o a mezz’ora da casa. Viaggiare per me è l’ispirazione primaria per scrivere, e non solo di viaggi. Grazie.

Sei un viaggiatore che scrive ma non scrivi guide di viaggio, giusto? Dicci di più!

Esatto, le mie non sono guide di viaggio: primo perché per quello ci sono i blogger e io non sono nessuno, secondo perché altrimenti i libri ‘invecchierebbero’ subito. Essendo invece racconti di viaggio di un periodo di vent’anni o più, rimane attuale la descrizione dei paesi in quel periodo storico, oltre che la descrizione delle principali attrattive che comunque non manca mai nel libro. Sono diari di viaggio originali, qualcuno li ha descritti come ‘mai letti prima’. Grazie

Perché scalzo?

In un viaggio in Messico il cui racconto compare nel libro Bandiere per Tutti, viene spiegato il perché: vedendo tanta gente camminare scalza per strada (per scelta, non parliamo di indigenti) ho voluto provare e mi è piaciuto davvero troppo. Ora lo faccio sempre, è una grandissima sensazione di libertà. So che non piacerò a tutti, ma almeno sono me stesso ed è qualcosa. Grazie.

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