Multi-intervista a Friedrich Ziege

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Perché Inverno? Ci sono altri capitoli della saga in stesura?

Inverno è un alter ego, proprio come Friedrich Ziege. È nato come archivio di quei ricordi e sensazioni necessari a scrivere la storia del romanzo. Inoltre foneticamente e cromaticamente sta bene con Viola. E poi sono nato a Gennaio e odio l’estate. Sono previsti altri due volumi, con il secondo sono già parecchio avanti. Tuttavia, non escludo che possa diventare una tetralogia. Viola e Inverno sono solo i protagonisti di una delle storie del mondo di Grah, sicuramente ne verranno raccontate altre.

È un libro autopubblicato? Hai provato con gli editori? Cosa pensi dell’editoria italiana?

Sì, è un’ autopubblicazione. Ho optato direttamente per questa forma di editoria, senza tentare quella tradizionale. Però non escludo di inviarlo a qualche CE, magari più avanti, quando mi renderò conto di non farcela da solo. Non ho molto in simpatia i grandi nomi, preferisco le piccole CE che con tutti i loro limiti e difficoltà riescono a presentare titoli e autori interessanti.

Quali sono le tue letture preferite?

Non ho letture che prediligo rispetto ad altre, vado molto a sensazione: ora sto leggendo un fantasy, un biografico e saggi di cinema, per esempio. Sono principalmente attratto da titoli Thriller e Gialli.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Sono incostante e pigro, non molto quindi. Dedico più tempo alla creazione che all’atto in sé. Fosse per me utilizzerei sempre la scrittura vocale o qualcuno sottopagato per farlo.

Ho sentito che alcuni scrittori cominciano dal finale, tu come inizi?

Solitamente parto da un concetto: cosa voglio raccontare? Viola e Inverno è iniziato da un personaggio, poi dalla storia abbozzata. Però ho iniziato a scriverlo seriamente solo dopo aver visualizzato il finale. Prima conoscevo la partenza e i viaggiatori, ma non la meta.

Quando scrivi, hai già in mente tutta la trama o via via si sviluppa?

Ho già in mente tutto. La trama è qui da anni, nella mia testa. Avrei già terminato se non fossi tanto pigro e prima di scrivere non passassi giorni e giorni a far quadrare ogni cosa.

Chi è il tuo scrittore preferito?

Senza dubbio Edgar Allan Poe, ma moralmente devo citare anche Tolkien da cui ho preso esempio per creare il mondo.

Da chi ti sei ispirato per scrivere il libro?

Non credo di avere avuto una vera e propria ispirazione. Però c’è stata una musa. Il resto è tutto costruito a tavolino, prendendo più esempio che ispirazione da altri autori, dalla storia e dalla natura del nostro mondo.

Come mai ha deciso di scrivere un fantasy? È stato difficile trasferire sul foglio la storia che avevi immaginato?

Se devo essere onesto, non ho deciso di scrivere un fantasy: la storia che leggerete si è adattata meglio a questo genere rispetto ad altri. La parte difficile non è stata tanto scriverla (nonostante la pigrizia), quanto creare l’intero mondo con la sua natura, la sua storia, i popoli e i loro usi. Il worldbuilding è una fase estremamente impegnativa.

Quali sono i pro e i contro del self publishing e perché l’hai scelto?

Ho scelto la pubblicazione in self per essere libero in ogni aspetto e per meri motivi economici. Tra i pro annovero il contatto diretto con i lettori, le piccole e sudatissime soddisfazioni e poco altro. È uno strumento potente, ma come ogni strumento si è avvantaggiati se si possiedono risorse economiche, mezzi e abilità – e anche la personalità – adatte a svolgere il lavoro. Insomma, servono un sacco di soldi!

Chi ha disegnato la cover?

La copertina, di cui vado estremamente fiero, è opera di due persone: l’illustrazione è di Giuseppe Emanuele Scalisi che potete trovare su Instagram come @shin_oppa_94. Le grafiche sono invece affidate a Scarlet Danae (@lorelei.vs.scarlet) amica e autrice di L’incubo di Biancaneve e il nuovo Una ballata di pistole e creature.

Quali ritieni debbano essere gli elementi che non possono mancare in un romanzo fantasy?

Sicuramente la magia o il controllo su una qualche forma di energia sovrumana. Un bel mondo secondario per me è importantissimo, così come la storia della civiltà di cui fanno parte i protagonisti. Avventura, esplorazione, battaglie e creature fantastiche. Il manifestarsi o anche solo l’aleggiare di una grave minaccia. Infine direi che non debba mancare una morale. Il fantasy è un genere che offre l’opportunità di parlare di temi anche molto importanti.

Il primo volume della saga Le cronache di Shahar, intitolato Viola e Inverno: i santuari, è disponibile su Amazon.

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