Altomare Cruz e l’ultima creatura di Mario Giorgio La Rosa, Ed. Lekton

Altomare Cruz e l'ultima creatura di Mario Giorgio La Rosa

Oggi vi parlo di un libro molto particolare, che affronta un argomento attualissimo in modo originale.

Siamo a Esperia, Altomare Cruz è il protagonista ma non del romanzo… Per la precisione, FA il protagonista di professione, ma sembra che tutti facciano a gara per impedirgli di rispondere alla domanda protagonista di cosa?

In realtà, la star del libro è la città di Esperia, la cui storia scopriamo attraverso le voci dei suoi abitanti – vera anima del posto – e le leggende che circolano sul suo passato, spesso legate alle dodici porte che permettevano l’accesso al piccolo centro.
Permettevano e non permettono, perché l’interesse economico ha preso il sopravvento e ormai c’è un unico punto di accesso, munito di tornelli!

Un paradiso ormai snaturato, un luogo pieno di gioia, vita e calore trasformato in set perenne per accalappiare i turisti con lucine, servizi fotografici ad hoc, negozietti di souvenir e vicende acchiappa-like rigorosamente false! Una brutta, bruttissima copia della realtà.

Perfetto per una rappresentazione teatrale – cosa cui l’autore non è nuovo – il libro ci presenta un luogo di fantasia, nel quale possiamo però riconoscere innumerevoli città reali. Corruzione, traffici per ottenere favori, cementificazione selvaggia e il denaro come unico fine, La Rosa ci mostra come la storia vera di un posto, i suoi ricordi, i traguardi e le vittorie, vengano spesso messi da parte per creare fittizi Eden, uguali a qualunque latitudine, uguali e desolatamente falsi… Siamo ancora in tempo a interrompere questo processo?

Un libro divertente ma con un retrogusto amaro. Lo trovate su Amazon.

La trilogia della bestia di Robert Stallman, Ed. Fanucci

Io però volevo soltanto imparare a conoscere l’amore umano, imparare ciò che loro sembrano fare senza alcuno sforzo.

Robert Stallman (1930-1980) è stato un promettente scrittore americano, poco noto in Italia. Oggi, grazie a Fanucci, è possibile trovare la sua trilogia in un volume unico.

Nonostante la mole – oltre 650 pagine – la storia del piccolo Robert mi ha catturata. In realtà, non è davvero di Robert che parla il libro, ma di un animale selvaggio che ama la caccia e il sangue, ha artigli affilati e una folta pelliccia. Oltre a queste caratteristiche, però, ne ha una ancora più particolare: la capacità di mutare forma! Robert, infatti, sarà solo la prima delle identità assunte durante il corso della vita.

La bestia, dopo essersi trasformata, o meglio fusa, in una entità di cui prende il controllo, si avvicina agli esseri umani.
La prima volta che ciò avviene ha l’aspetto di un bambino indifeso; viene quindi accolto da una coppia senza figli. Con loro, l’essere scoprirà sentimenti mai provati e verrà colto dal desiderio di restare umano. A ciò, si contrapporrà la sua natura famelica, l’istinto atavico che lo porterà a compiere scelte tali da dover sempre ricominciare da zero.

Difficile darvi, senza svelare troppo, un’idea di ciò che accade in questi tre romanzi; la storia è complessa e mescola momenti di normale vita quotidiana a scene raccapriccianti, istanti ricchi di sentimento ad altri di puro orrore. Ciò che più mi ha colpita, però, è stata la capacità dell’autore di spostare il punto di vista da uno all’altro dei protagonisti – a volte essere umano, a volte bestia – e di trasmetterne comunque i sentimenti in modo chiaro.

Ho trovato la trilogia avvincente e ricca di significato; per alcune delle emozioni provate del protagonista, mi ha in qualche modo fatto pensare a Frankenstein e mi ha lasciato lo stesso senso di malinconia.
Una lettura che merita ogni momento del tempo dedicatole. Disponibile su Amazon.

Il ponte degli angeli di Graziana Argentelli, Ed. Altromondo

Romanzo d’esordio dell’autrice, Il ponte degli Angeli ci trasporta indietro nel tempo, in un’atmosfera ricca di fascino e di mistero. Lenka e Igor – i due giovani protagonisti – sono costretti a lanciarsi in una pericolosa avventura ché li porterà in giro per l’Europa, nel tentativo di salvare Ana, la sorella del ragazzo, che è stata rapita.

Le cose, però, non sono sempre come appaiono; persone insospettabili ed esseri di varia natura si riveleranno diversi da ciò che sembravano, mentre tanti segreti verranno svelati, uno dopo l’altro.

L’intreccio è avvincente e si snoda su ambientazioni sempre diverse, che permettono al lettore di spostarsi da Roma a Vienna, da Istanbul alla Sicilia, di viaggiare sull’ Orient Express e di visitare luoghi misteriosi, vietati ai più.
Molto belli gli approfondimenti artistici che la Argentelli ci regala e che arricchiscono la storia.

Il libro è forse maggiormente adatto ai ragazzi ma, nonostante qualche refuso, per me ha rappresentato una piacevole evasione dalle quotidianità.

Il romanzo è disponibile su Amazon.

Il grande magazzino dei sogni di Lee Mi-Ye, Ed. Mondadori

L’avventura al grande magazzino dei sogni si è conclusa e, lo ammetto, mi spiace.
Ho apprezzato il libro di Lee Mi-Ye e, a differenza di ciò che mi succede di solito con gli autori asiatici, mi ha davvero coinvolta. Leggendo alcune opinioni tiepide ero un po’ preoccupata, invece, dopo aver completato la lettura, non posso che confermare la piacevole sensazione provata fin dall’inizio.

Si tratta di un libro leggero, pervaso da una vena di malinconia; una storia in cui i sogni hanno il predominio sulla realtà, i Noctiluca tengono d’occhio i sognatori distribuendo vestaglie e i Creasogni realizzano prodotti che – nelle loro belle confezioni colorate – verrano vendute nel negozio di Dollagut.
Penny, l’ultima arrivata, ci accompagnerà da un piano all’altro, presentandoci i colleghi e mostrandoci il funzionamento dell’universo onirico creato dall’autrice.

Tanti gli aspetti che ho apprezzato; in primo luogo, l’ambientazione, perché Lee Mi-Ye ci porta per mano in un mondo diverso dal nostro, con personaggi e situazioni particolari, con monete di scambio molto diverse da quelle cui siamo abituati, ma lo fa così bene che tutto appare coerente e naturale e ci vuole un po’ prima di accettare l’idea che, qui da noi, non è possibile uscire in pigiama, vestaglia e ciabatte!

Ci sono poi gli spunti di riflessione forniti: l’impegno per raggiungere i propri obiettivi, l’attenzione verso i più deboli, il rimpianto per le occasioni perdute e per le persone che non ci sono più accanto, l’amore e il rispetto verso gli animali… Mi fermo qui, ma sottolineo un altro aspetto positivo e cioè la leggerezza che non è superficialità, il modo di narrare semplice e fluido che fanno di questo romanzo una vera coccola.

Una lettura davvero piacevole, che consiglio a tutti. Il libro è disponibile su Amazon.

Multi-intervista a Ellah K. Drake

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Hai un personaggio al quale sei particolarmente legata?

Innanzitutto, ringrazio Maria per questa opportunità!
Io sono legata a tutti i miei personaggi! Nel momento in cui penso a una storia e loro si affacciano alla mente, non li mollo più. Li penso notte e giorno, ci litigo, li lascio sfogare, li lascio crescere, diventano parte della mia vita. In ognuno di loro c’è qualcosa di me, poi però prendono la loro strada. Ho, a dire il vero, una predilezione per i protagonisti maschili. Per me sono una vera sfida. Poter entrare nella psicologia di un uomo è difficile, rischioso, ma esaltante perché scrivo, quasi sempre, in POV alternato (maschile e femminile) e in prima persona. Sono affezionata a tutti i miei ‘uomini‘.

Visti tanti generi… in quale ti esprimi meglio e fai “meno fatica”?

Devo anticipare una cosa. Quando scrivo, non bado mai al genere, ma mi lascio condurre dalla storia. La maggior parte dei romanzi che ho scritto, anche se di diversi trope (per chi è a digiuno, il trope è il tipo di storia trattata, le nomenclature sono in inglese. Ad esempio: hate to love, friends to lovers, second chance, music, drama, hot, spicy etc..), fa parte del genere romance, per cui sì, il rosa o romance è il genere a cui mi affido di più, la mia comfort zone. Sono anche quelli più apprezzati dai lettori.

Ricordi la primissima cosa che hai scritto? L’hai pubblicata?

Sì. No.
Sì, se mi dici primissima, la ricordo molto bene, è stato un racconto horror.
Non l’ho mai pubblicato perché l’ho scritto a otto anni.

Chi o cosa ti ha indirizzata verso la scrittura?

Scrivo da che ho capito come tenere in mano una penna. Ho sempre avuto una mente molto creativa e un animo troppo sensibile, ma un temperamento forte. Ho cominciato da giovanissima, scrivevo racconti e poesie per conto mio, poi dopo l’università ho scritto il mio primo romanzo rosa, acerbo e immaturo, ma è stata la prima opera e l’ho messo nel cassetto. Una mia carissima amica, nel 2000, leggendo proprio quel romanzo, mi ha esortato a intraprendere questa strada.
Ha dovuto forzare molto la mano perché non ne volevo sapere. Un giorno mi ha portato un trafiletto di giornale in cui c’era il bando per un concorso nazionale e mi ha chiesto di provare a scrivere un racconto. Beh, dopo parecchie lamentele, alla fine mi sono decisa, l’ho scritto e inviato e mi sono posizionata al secondo posto tra i migliori racconti segnalati, come si suol dire, buona la prima. A quel punto, mi sono armata di coraggio e ho intrapreso questa strada.

Quali sono i tuoi credo letterari?

Questa è una domanda strana. Cercherò di rispondere in modo spontaneo, magari non riuscirò a soddisfare la curiosità di chi l’ha posta, ma tant’è, mi viene in mente solo ciò che segue.
La scrittura la devi Vivere appieno, in tutte le sue sfumature. Sembrerebbe semplice mettersi davanti a una pagina word e cominciare a scrivere, ma nella realtà è tutto più faticoso e complicato. Ci vuole disciplina, studio e tanta pazienza. Ci sono scelte da compiere e strade da seguire, a volte anche sbagliate. Ci vuole umiltà, rigore, ma anche esperienza perché nessuno nasce ‘imparato’, il talento ci può anche stare, ma se non ci si impegna, è difficile proseguire. Ci si espone a un pubblico, consapevoli che saremo giudicati, criticati, osannati, lodati e anche presi a parolacce (mi è capitato anche questo). Bisogna credere in quel che si fa e farlo al massimo delle nostre potenzialità, con una preparazione apprezzabile, sufficiente a non scrivere cavolate sgrammaticate e gettarle in pasto a lettori ignari.

Visto che scrivi più generi, qual è quello che preferisci scrivere?
Tra tutti i generi che hai sperimentato, ce n’è uno con cui ti sei sentita più a tuo agio?

Io ho bisogno di scrivere romanzi di Luce. Non sopporto le storie oscure e fini a se stesse, atte a sorprendere ma senza un nesso logico (e di queste ce ne sono fin troppe), deve esserci un minimo di messaggio positivo da inviare al lettore. Per questo preferisco scrivere romanzi in cui i personaggi, dopo molte avversità che fanno parte della vita, alla fine riescono a superare gli ostacoli riscoprendo il valore più importante che sta alla base della nostra esistenza: l’Amore, il motore immobile del mondo. Platone docet.

Come ti vengono le idee per i tuoi libri?

Una canzone. Una frase. Una situazione strana. Qualsiasi cosa. Ho un aneddoto divertente. Anni fa ero in crisi perché volevo scrivere una storia d’amore emozionante, ma anche divertente, in grado di suscitare sentimenti positivi e qualche risata, ma non mi veniva in mente nulla. Un giorno accompagnai mio marito a prelevare in banca. Lui entrò per accedere al dispositivo bancomat. Era un giorno festivo. Quando finì e fece per uscire, rimase bloccato dentro. Non c’era verso che le porte si aprissero. Io cominciai ad andare nel panico, a urlare, ero davvero fuori di me, preoccupatissima per mio marito. Lui invece, restò tranquillissimo e cominciò a picchiare su tutti i tasti che trovava, fino a che le porte non si sbloccarono. Solo più tardi mi accorsi che fuori c’era un tasto per poterla aprire. Quella diventò la prima scena del nuovo romanzo. Inutile dire che ci siamo fatti un sacco di risate, è stata una scena esilarante!

Il libro che hai scritto a cui sei più legata?

Il più difficile romanzo che abbia scritto si intitola Ray of light. È una storia che tratta un tema molto delicato e difficile, ma che avevo il bisogno di denunciare. Mi ha dato filo da torcere, ma l’ho amata più delle altre per ciò che mi ha trasmesso mentre la scrivevo. È un thriller molto particolare, con elementi soprannaturali, ambientata in un antico monastero di Trento. In quella storia c’è di tutto, anche l’amore.

Cosa ti ha spinto a scrivere?

L’ho detto sopra. Scrivo da sempre, più che un’esigenza, è il mio modo di esprimermi e farmi conoscere agli altri, ma anche per capire me stessa.

Wow! Quale libro mi consigli come primo approccio per conoscerti meglio?

Ho cominciato a scrivere e pubblicare nel 2000, a trentadue anni. Ora ne ho quasi cinquantacinque, è trascorsa una eternità per me. Con il tempo, perciò, la mia scrittura è profondamente cambiata, è diventata più matura, più intimista, coinvolgente. Io consiglierei il romanzo che quindi mi rispecchia di più adesso: L’Amore fino a qui. Parla di Amicizia, di Amore e dell’importanza della famiglia e dei figli.

I libri di Ellah sono disponibili su Amazon.

Multi-intervista a Friedrich Ziege

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Perché Inverno? Ci sono altri capitoli della saga in stesura?

Inverno è un alter ego, proprio come Friedrich Ziege. È nato come archivio di quei ricordi e sensazioni necessari a scrivere la storia del romanzo. Inoltre foneticamente e cromaticamente sta bene con Viola. E poi sono nato a Gennaio e odio l’estate. Sono previsti altri due volumi, con il secondo sono già parecchio avanti. Tuttavia, non escludo che possa diventare una tetralogia. Viola e Inverno sono solo i protagonisti di una delle storie del mondo di Grah, sicuramente ne verranno raccontate altre.

È un libro autopubblicato? Hai provato con gli editori? Cosa pensi dell’editoria italiana?

Sì, è un’ autopubblicazione. Ho optato direttamente per questa forma di editoria, senza tentare quella tradizionale. Però non escludo di inviarlo a qualche CE, magari più avanti, quando mi renderò conto di non farcela da solo. Non ho molto in simpatia i grandi nomi, preferisco le piccole CE che con tutti i loro limiti e difficoltà riescono a presentare titoli e autori interessanti.

Quali sono le tue letture preferite?

Non ho letture che prediligo rispetto ad altre, vado molto a sensazione: ora sto leggendo un fantasy, un biografico e saggi di cinema, per esempio. Sono principalmente attratto da titoli Thriller e Gialli.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Sono incostante e pigro, non molto quindi. Dedico più tempo alla creazione che all’atto in sé. Fosse per me utilizzerei sempre la scrittura vocale o qualcuno sottopagato per farlo.

Ho sentito che alcuni scrittori cominciano dal finale, tu come inizi?

Solitamente parto da un concetto: cosa voglio raccontare? Viola e Inverno è iniziato da un personaggio, poi dalla storia abbozzata. Però ho iniziato a scriverlo seriamente solo dopo aver visualizzato il finale. Prima conoscevo la partenza e i viaggiatori, ma non la meta.

Quando scrivi, hai già in mente tutta la trama o via via si sviluppa?

Ho già in mente tutto. La trama è qui da anni, nella mia testa. Avrei già terminato se non fossi tanto pigro e prima di scrivere non passassi giorni e giorni a far quadrare ogni cosa.

Chi è il tuo scrittore preferito?

Senza dubbio Edgar Allan Poe, ma moralmente devo citare anche Tolkien da cui ho preso esempio per creare il mondo.

Da chi ti sei ispirato per scrivere il libro?

Non credo di avere avuto una vera e propria ispirazione. Però c’è stata una musa. Il resto è tutto costruito a tavolino, prendendo più esempio che ispirazione da altri autori, dalla storia e dalla natura del nostro mondo.

Come mai ha deciso di scrivere un fantasy? È stato difficile trasferire sul foglio la storia che avevi immaginato?

Se devo essere onesto, non ho deciso di scrivere un fantasy: la storia che leggerete si è adattata meglio a questo genere rispetto ad altri. La parte difficile non è stata tanto scriverla (nonostante la pigrizia), quanto creare l’intero mondo con la sua natura, la sua storia, i popoli e i loro usi. Il worldbuilding è una fase estremamente impegnativa.

Quali sono i pro e i contro del self publishing e perché l’hai scelto?

Ho scelto la pubblicazione in self per essere libero in ogni aspetto e per meri motivi economici. Tra i pro annovero il contatto diretto con i lettori, le piccole e sudatissime soddisfazioni e poco altro. È uno strumento potente, ma come ogni strumento si è avvantaggiati se si possiedono risorse economiche, mezzi e abilità – e anche la personalità – adatte a svolgere il lavoro. Insomma, servono un sacco di soldi!

Chi ha disegnato la cover?

La copertina, di cui vado estremamente fiero, è opera di due persone: l’illustrazione è di Giuseppe Emanuele Scalisi che potete trovare su Instagram come @shin_oppa_94. Le grafiche sono invece affidate a Scarlet Danae (@lorelei.vs.scarlet) amica e autrice di L’incubo di Biancaneve e il nuovo Una ballata di pistole e creature.

Quali ritieni debbano essere gli elementi che non possono mancare in un romanzo fantasy?

Sicuramente la magia o il controllo su una qualche forma di energia sovrumana. Un bel mondo secondario per me è importantissimo, così come la storia della civiltà di cui fanno parte i protagonisti. Avventura, esplorazione, battaglie e creature fantastiche. Il manifestarsi o anche solo l’aleggiare di una grave minaccia. Infine direi che non debba mancare una morale. Il fantasy è un genere che offre l’opportunità di parlare di temi anche molto importanti.

Il primo volume della saga Le cronache di Shahar, intitolato Viola e Inverno: i santuari, è disponibile su Amazon.

Multi-intervista a Susanna Tagliaferro

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Come ti senti quando scrivi i tuoi libri? Ho idea che sia come entrare in un altro mondo, sentirsi bambini…

Proprio così, quando scrivo mi immergo completamente nella storia ed è come fare un viaggio in un mondo magico, mi immedesimo tanto nei miei personaggi e ogni volta è un’esperienza bellissima.

Scrivere libri per ragazzi è stata una decisione commerciale, oppure è ciò che hai dentro e che ti viene naturale?

Sono stati i lettori a scegliere per me: ho notato che i miei libri piacevano molto ai ragazzi e mi sono adattata al target, quindi sì, direi che mi viene decisamente naturale e poi è bello condividere le mie storie con i miei figli.

Quando hai scoperto di essere una scrittrice? Quando è scattata la scintilla?

Difficile a dirsi perché scrivo da quando ero bambina, credo che di aver capito che era la mia strada quando ho raccolto i miei appunti e creato il mio primo vero romanzo, circa vent’anni fa.

Chi ti ha ispirata?

L’amore per la lettura sicuramente, dopo aver letto tanti fantasy sentivo il bisogno di scriverne uno mio e così è stato, ma non mi ispiro a nessuno scrittore in particolare.


Scrivendo tanti libri, riesci a vivere di questo?

Magari 🙂 poche persone al mondo vivono di scrittura, diciamo che non è esattamente remunerativo.

Qual è il libro che più ti piace tra quelli letti fino a ora?

Il signore degli anelli rimane sempre e per sempre il mio libro preferito, ma ultimamente mi sto appassionando molto alle saghe di Rick Riordan, tipo Percy jackson e Gli dei dell’Olimpo.

Puoi spiegare la differenza tra fantasy e urban fantasy? Cosa ti colpisce di questo sottogenere?

La differenza sostanziale è che l’urban-fantasy, pur mantenendo qualche elemento magico, è ambientato nel nostro mondo e volendo nel nostro tempo, questo mi permette di creare personaggi e situazioni molto comuni, in cui è facile rivedersi, ma anche di ispirarmi a fatti accaduti veramente, tipo esperienze del mio passato.

Hai mai provato a scrivere un libro di un genere diverso?

Sì, di recente ho scritto un libro di fantascienza e ora sto lavorando a un romance lgbt che stavolta sarà indirizzato a lettori più adulti, è bello cambiare ogni tanto.

I libri di Susanna sono disponibili su Amazon.

Life/Death di K.P. Twins, Ed. Delos Digital

K.P. Twins è lo pseudonimo di due fratelli gemelli e oggi vi parlo di Life/Death, loro romanzo d’esordio.

Si tratta di un libro che, mescolando fantascienza e fantasy, racconta di Mikael e dei suoi amici, di corse d’auto non sempre legali e di una malattia ancora senza cura, che nasconde però un malessere diverso e più profondo.

La vicenda si srotola su due fronti: sul primo, c’è la vita quotidiana sul pianeta Urania, con la scuola, i problemi d’amore, i soldi che non bastano mai e, soprattutto, una competizione da vincere; sul secondo, c’è un mondo completamente diverso, dove le cose che contano sono altre (e forse, sono quelle davvero importanti in qualunque universo) e dove il giovane protagonista dovrà combattere per la propria vita.

La storia è piuttosto articolata e ha uno stile scorrevole che cattura il lettore. Diversi i richiami importanti (il film Fast & furious per primo, Insomnia di S. King e La storia infinita di M. Ende sono alcuni di quelli che ho notato io) e l’intreccio – nonostante presenti elementi molto diversi e qualche refuso – è piacevole e ben costruito, tanto da riuscire a dare omogeneità alla vicenda e renderla, nel suo genere, credibile e coerente.

Il romanzo tocca, tra le righe, anche diversi temi importanti e si rivela più profondo di quanto si potrebbe pensare. Una lettura piacevole e un esordio interessante. Non resta che aspettare il prossimo libro.

Disponibile su Amazon.

Multi-intervista a Alessandro Ladisa

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Cosa significa per te scrivere?

Scrivere per me significa davvero tantissimo!
Personalmente, tendo a dividere la scrittura in due categorie: la scrittura personale e la scrittura esposta.
Con la scrittura personale, intendo proprio quella che non condividi con nessuno, che ti permette di sfogarti, ragionare, ascoltarti interiormente e chiarirti interiormente. La definirei come quel tipo di scrittura che non mente, che viene direttamente e unicamente dal profondo e senza menzogne; una specie di canale diretto con l’inconscio.
Con la scrittura esposta invece, intendo quella che vuoi raccontare agli altri, magari anche al mondo intero. Questa, ha sempre una motivazione (o meglio dire: un obiettivo) per cui viene esposta ed è proprio qui che nasce il mio libro: L’Oscurità Che Ci Unisce. La mia opera è partita in quanto tipo di scrittura personale; quindi, un testo che nessuno avrebbe mai dovuto leggere e che avrebbe contenuto il mio stato d’animo.
Tuttavia, più scrivevo questo testo e più mi rendevo conto che stava prendendo vita una storia… una storia che avrei potuto anche raccontare al mondo intero se soltanto l’avessi impostata con un genere ben preciso e che mi sta a cuore. In questo modo ho cominciato a scrivere l’intera vicenda seguendo uno stile fantasy e per la primissima volta in vita mia mi sono imbattuto in una fusione che non mi sarei mai aspettato: scrivere e pubblicare un intero libro contenente una storia fantastica, basandomi su autentiche emozioni e fattori psicologici presenti in me.
Il titolo del mio libro è tale appunto per indicare che tutto è nato con la mia condizione psicologica con il quale l’ho cominciato a scrivere: una condizione un po’ oscura, di smarrimento, ma che allo stesso tempo mi ha portato a crescere, a maturare e a chiarire tante cose nella mia vita… questo è il motivo per cui la mia opera si chiama L’Oscurità Che Ci Unisce, perché senza di essa non sarei mai arrivato dove sono ora e dove arriverò un domani, e se volete saperne di più, questo è anche il motivo per cui il mio personaggio all’interno della vicenda narrata possiede poteri legati all’energia oscura.
Per finire: scrivere per me significa anche esplorare e ampliare i propri orizzonti, provare emozioni mai provate prima, affezionarsi a ciò che scrivi: ai personaggi, agli ambienti che crei, agli eventi che scegli di far capitare.
Scrivere può anche farti sentire vivo quando il mondo intero ti crolla addosso. Amo scrivere.

Chi è il tuo autore preferito?

Sembrerò molto egocentrico con questa risposta ma in tutta onestà il mio autore preferito sono io.
Non mi reputo lo scrittore più bravo, affatto, ma il motivo per cui mi reputo il mio autore preferito è semplicemente perché ho bisogno di reputarmi tale. La strada che ho intrapreso è davvero lunga… è davvero difficile farsi notare in un mondo pieno di scrittori talentuosi e con tanto potenziale.
Il mio obiettivo è quello di farmi notare in mezzo a tutti e di riuscire a trasmettere il mio libro a quante più persone possibili, così da crearmi una reputazione ed una fama non indifferente.
Non mi interessa il potere.
Scrivere per quante più persone possibili, ecco a cosa ambisco.

Quanto ha influito nella scrittura il tuo lato oscuro?

Come già raccontavo un po’ nella prima risposta, il mio lato oscuro ha influito in modo indispensabile alla realizzazione del mio libro. Senza Esso non sarei mai stato in grado di arrivare dove sono oggi.

Tra bene e male, come i migliori fantasy. Ti ispiri a un autore in particolare?

Anche questa, come tutte, è una bellissima domanda.
Onestamente non mi ispiro ad alcuno scrittore in particolare.
Non a caso il mio metodo di scrittura non si basa sulla realizzazione di una scaletta ben precisa dove individuo i punti chiave e li collego man mano che scrivo; bensì, ogni singolo avvenimento, dettaglio, collegamento presenti all’interno del mio libro sono frutto della mia fantasia e dei miei ragionamenti che seguo nel momento stesso in cui scrivo.
Perché faccio questo? Proprio perché ci tengo a creare qualcosa di autentico, di mai visto prima, senza dovermi ispirare a nessuno in particolare ma specialmente per poter scrivere con grandissimo sentimento!
Questo è anche il motivo per cui ho impiegato ben un anno e quattro mesi a scrivere il mio libro: attendo sempre di scrivere una determinata scena nel momento in cui sono maggiormente preso emotivamente.
Ad esempio: se devo scrivere una scena di combattimento, litigio o di rabbia in generale, aspetto sempre di ritrovarmi nella realtà in una situazione tale che provo grande rabbia interiore.
Faccio lo stesso, per tutti gli altri sentimenti.

Quando hai immaginato per la prima volta di pubblicare un libro?

Immaginavo di pubblicare un libro da davvero tantissimo tempo.
È sempre stato il mio sogno sin da quando ero bambino e già dall’età infantile mi dedicavo alla scrittura.
Nella mia vita ho avuto sempre il pensiero di pubblicarne uno ma in un certo senso non mi sentivo mai pronto, come se sentissi che sarebbe arrivato il momento giusto per cominciare a farlo.
Ho fatto bene a seguire questo presentimento. Mi rendo conto che senza questa attesa non avrei avuto tempo di crescere abbastanza per esprimermi con una certa qualità.

La passione per il fantasy nasce dalle tue letture o dai film che ti hanno colpito?

La passione per il fantasy nasce proprio dalla cinematografia.
Volete sentire il paradosso più grande per uno scrittore e che fa ben parte di me?
Ecco a voi gentili lettori: odio leggere.
Amo scrivere, adoro la cinematografia con i suoi film, serie tv e tutte le animazioni immaginabili. Passo persino ore intere davanti a tali opere ma la lettura non la digerisco proprio. Le uniche riviste che leggo riguardano temi scientifici e unicamente per scopo informativo e di studio.

Sei ancora molto giovane. Cosa ti aspetti dal tuo futuro? Pensi di continuare a scrivere?

Dal mio futuro mi aspetto principalmente di inseguire la felicità e i miei sogni.
È questa la chiave di vita che scelgo di seguire.
Parlando più dal termine pratico mi piacerebbe tantissimo entrare nell’esercito e spero di riuscire a farlo il prossimo anno. È da sempre stato uno dei miei sogni più grandi.
Assolutamente sì. Sono fermamente convinto di continuare a scrivere sia per me stesso, che per tutti i miei lettori. Per me è davvero fondamentale la scrittura nella mia vita e desidero anche inseguire il sogno di diventare uno scrittore famoso.
Il primo passo infatti è proprio quello di continuare a scrivere quella che un giorno sarà la mia prima saga: L’Oscurità Che Ci Unisce che attualmente comprende già la prima edizione: Il Potere dell’Origine Pt.1, disponibile su Amazon.
Prevedo almeno tre parti di questa futura saga, di cui la seconda l’ho anche già scritta per metà.
Come potete ben vedere, sono proprio uno scrittore emergente ma ben agguerrito e determinato!

Necromante di Illion Posirani

Romanzo piuttosto corposo, le sue quasi 500 pagine racchiudono una storia originale e ben scritta, suddivisa in tre libri: Ombre su Luvimara, Le spire del caos e Le pagine della foglia.

Fin dal prologo e dalla breve introduzione appare evidente che ci troviamo davanti a un fantasy particolare, ben strutturato e con un intreccio per nulla banale.
Illion Posirani, nome d’arte dell’autore, ha infatti deciso di condividere con i lettori il libro “nato dai sogni (e incubi) derivati da mille e mille giornate trascorse fra romanzi, fumetti, TV, PC e consolle“.

Di sogni e di incubi, in effetti, ce ne sono tanti in questa intricata vicenda, che vede come protagonisti Gabriel e i suoi uomini; Miria, Savira e gli elfi silvani; i non-morti, che turbano la vita degli esseri umani; nani, goblin e orchi, ma anche draghi e spettri (e mi fermo qui!).

Quanto può essere forte il legame tra due sorelle? Fino a dove si è disposti ad arrivare per salvare le persone che amiamo? Lo scopriremo leggendo questo romanzo che, in un susseguirsi di colpi di scena e cambi di prospettiva, arriva velocemente all’epilogo.

Ho apprezzato lo stile dell’autore e le sue descrizioni ricche e coinvolgenti; nonostante qualche piccolo refuso, è stato davvero bello farsi catturare da questo universo popolato di figure magiche e misteriose, dove nonostante la morte sembri predominare, in realtà è l’amore il protagonista assoluto.

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora