Multi-intervista a Ellah K. Drake

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Hai un personaggio al quale sei particolarmente legata?

Innanzitutto, ringrazio Maria per questa opportunità!
Io sono legata a tutti i miei personaggi! Nel momento in cui penso a una storia e loro si affacciano alla mente, non li mollo più. Li penso notte e giorno, ci litigo, li lascio sfogare, li lascio crescere, diventano parte della mia vita. In ognuno di loro c’è qualcosa di me, poi però prendono la loro strada. Ho, a dire il vero, una predilezione per i protagonisti maschili. Per me sono una vera sfida. Poter entrare nella psicologia di un uomo è difficile, rischioso, ma esaltante perché scrivo, quasi sempre, in POV alternato (maschile e femminile) e in prima persona. Sono affezionata a tutti i miei ‘uomini‘.

Visti tanti generi… in quale ti esprimi meglio e fai “meno fatica”?

Devo anticipare una cosa. Quando scrivo, non bado mai al genere, ma mi lascio condurre dalla storia. La maggior parte dei romanzi che ho scritto, anche se di diversi trope (per chi è a digiuno, il trope è il tipo di storia trattata, le nomenclature sono in inglese. Ad esempio: hate to love, friends to lovers, second chance, music, drama, hot, spicy etc..), fa parte del genere romance, per cui sì, il rosa o romance è il genere a cui mi affido di più, la mia comfort zone. Sono anche quelli più apprezzati dai lettori.

Ricordi la primissima cosa che hai scritto? L’hai pubblicata?

Sì. No.
Sì, se mi dici primissima, la ricordo molto bene, è stato un racconto horror.
Non l’ho mai pubblicato perché l’ho scritto a otto anni.

Chi o cosa ti ha indirizzata verso la scrittura?

Scrivo da che ho capito come tenere in mano una penna. Ho sempre avuto una mente molto creativa e un animo troppo sensibile, ma un temperamento forte. Ho cominciato da giovanissima, scrivevo racconti e poesie per conto mio, poi dopo l’università ho scritto il mio primo romanzo rosa, acerbo e immaturo, ma è stata la prima opera e l’ho messo nel cassetto. Una mia carissima amica, nel 2000, leggendo proprio quel romanzo, mi ha esortato a intraprendere questa strada.
Ha dovuto forzare molto la mano perché non ne volevo sapere. Un giorno mi ha portato un trafiletto di giornale in cui c’era il bando per un concorso nazionale e mi ha chiesto di provare a scrivere un racconto. Beh, dopo parecchie lamentele, alla fine mi sono decisa, l’ho scritto e inviato e mi sono posizionata al secondo posto tra i migliori racconti segnalati, come si suol dire, buona la prima. A quel punto, mi sono armata di coraggio e ho intrapreso questa strada.

Quali sono i tuoi credo letterari?

Questa è una domanda strana. Cercherò di rispondere in modo spontaneo, magari non riuscirò a soddisfare la curiosità di chi l’ha posta, ma tant’è, mi viene in mente solo ciò che segue.
La scrittura la devi Vivere appieno, in tutte le sue sfumature. Sembrerebbe semplice mettersi davanti a una pagina word e cominciare a scrivere, ma nella realtà è tutto più faticoso e complicato. Ci vuole disciplina, studio e tanta pazienza. Ci sono scelte da compiere e strade da seguire, a volte anche sbagliate. Ci vuole umiltà, rigore, ma anche esperienza perché nessuno nasce ‘imparato’, il talento ci può anche stare, ma se non ci si impegna, è difficile proseguire. Ci si espone a un pubblico, consapevoli che saremo giudicati, criticati, osannati, lodati e anche presi a parolacce (mi è capitato anche questo). Bisogna credere in quel che si fa e farlo al massimo delle nostre potenzialità, con una preparazione apprezzabile, sufficiente a non scrivere cavolate sgrammaticate e gettarle in pasto a lettori ignari.

Visto che scrivi più generi, qual è quello che preferisci scrivere?
Tra tutti i generi che hai sperimentato, ce n’è uno con cui ti sei sentita più a tuo agio?

Io ho bisogno di scrivere romanzi di Luce. Non sopporto le storie oscure e fini a se stesse, atte a sorprendere ma senza un nesso logico (e di queste ce ne sono fin troppe), deve esserci un minimo di messaggio positivo da inviare al lettore. Per questo preferisco scrivere romanzi in cui i personaggi, dopo molte avversità che fanno parte della vita, alla fine riescono a superare gli ostacoli riscoprendo il valore più importante che sta alla base della nostra esistenza: l’Amore, il motore immobile del mondo. Platone docet.

Come ti vengono le idee per i tuoi libri?

Una canzone. Una frase. Una situazione strana. Qualsiasi cosa. Ho un aneddoto divertente. Anni fa ero in crisi perché volevo scrivere una storia d’amore emozionante, ma anche divertente, in grado di suscitare sentimenti positivi e qualche risata, ma non mi veniva in mente nulla. Un giorno accompagnai mio marito a prelevare in banca. Lui entrò per accedere al dispositivo bancomat. Era un giorno festivo. Quando finì e fece per uscire, rimase bloccato dentro. Non c’era verso che le porte si aprissero. Io cominciai ad andare nel panico, a urlare, ero davvero fuori di me, preoccupatissima per mio marito. Lui invece, restò tranquillissimo e cominciò a picchiare su tutti i tasti che trovava, fino a che le porte non si sbloccarono. Solo più tardi mi accorsi che fuori c’era un tasto per poterla aprire. Quella diventò la prima scena del nuovo romanzo. Inutile dire che ci siamo fatti un sacco di risate, è stata una scena esilarante!

Il libro che hai scritto a cui sei più legata?

Il più difficile romanzo che abbia scritto si intitola Ray of light. È una storia che tratta un tema molto delicato e difficile, ma che avevo il bisogno di denunciare. Mi ha dato filo da torcere, ma l’ho amata più delle altre per ciò che mi ha trasmesso mentre la scrivevo. È un thriller molto particolare, con elementi soprannaturali, ambientata in un antico monastero di Trento. In quella storia c’è di tutto, anche l’amore.

Cosa ti ha spinto a scrivere?

L’ho detto sopra. Scrivo da sempre, più che un’esigenza, è il mio modo di esprimermi e farmi conoscere agli altri, ma anche per capire me stessa.

Wow! Quale libro mi consigli come primo approccio per conoscerti meglio?

Ho cominciato a scrivere e pubblicare nel 2000, a trentadue anni. Ora ne ho quasi cinquantacinque, è trascorsa una eternità per me. Con il tempo, perciò, la mia scrittura è profondamente cambiata, è diventata più matura, più intimista, coinvolgente. Io consiglierei il romanzo che quindi mi rispecchia di più adesso: L’Amore fino a qui. Parla di Amicizia, di Amore e dell’importanza della famiglia e dei figli.

I libri di Ellah sono disponibili su Amazon.

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora