Multi-intervista a Eva Battiston

La multi-intervista è un’idea nata su Instagram e si differenzia dall’intervista classica perché le domande arrivano da più persone (altri autori, lettori, semplici curiosi, ecc.). Maggiori dettagli sull’idea nel post dedicato.

Perché la scelta di affidare a un distopico tematiche così attuali e reali?

Credo che la fantascienza, la distopia in particolare, si presti bene a indagare l’attualità e le sue dinamiche. Non solo per immaginare come potrebbe essere il futuro se le cose si mettessero male, ma anche per mostrare ciò che già c’è, anche se magari non proprio sotto casa. Situazioni che potrebbero essere la nostra attualità, se alla nascita fossimo stati meno fortunati.

Quali sono i punti forti del tuo libro?

Il mio essere ipercritica e timida fa a pugni con questo genere di domande, quindi dirò ciò che hanno amato i lettori: le tematiche importanti trattate in modo da non risultare pesanti, i personaggi che ti fanno sentire parte della squadra e le scene d’azione “cinematografiche”.

Quale genere ami leggere e quale invece non sopporti?

Sono una lettrice onnivora. Amo la fantascienza e la distopia (quando hanno un po’ di “movimento”), ma in realtà leggo quasi tutto. Tendo a evitare il romance, soprattutto quando sfocia nell’erotico. E l’horror di solito mi annoia.

Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Un po’ da tutto, in realtà. Notizie che sento (ascolto spesso podcast) o leggo, film, scene a cui assisto… a volte perfino sogni. L’idea per una delle mie storie è nata da un videogioco.
Qualsiasi cosa può donare i frammenti, anche minuscoli, che poi andranno a comporre una storia.

Come ti è venuto in mente Onda Ribelle?

Sono passati moltissimi anni da quando ho scritto la prima bozza e la cosa buffa è che non avevo mai letto un distopico prima di quel momento. L’idea della ribellione a una dittatura è nata da Star Wars, di cui sono sempre stata grande fan. Ho capito solo anni dopo, quando l’ho ripreso in mano per riscriverlo, che rientrava nel genere distopico.

Per la scrittura, ti isoli o riesci a scrivere anche nel tram?

Anche se mi piacerebbe, non ho un mio posto in cui scrivere. Però sono cresciuta in una famiglia numerosa e sono sempre stata abituata alla confusione. Ho scritto e scrivo ovunque: in auto, in spiaggia, nel bus, al parco… c’è stato un periodo in cui scrivevo al bar dove facevo colazione in attesa che aprisse la libreria in cui lavoravo (ah, se qualcuno avesse dubbi, non è romantico come potrebbe sembrare: la gente mi guardava come se fossi un alieno).

Qual è il luogo in cui hai il massimo dell’ispirazione?

Si tende a pensare all’ispirazione come a qualcosa di magico, una specie di illuminazione che piove dall’alto e sconvolge ogni cosa. La realtà è molto diversa (almeno per me): si tratta di piccoli spunti che possono arrivare in qualsiasi momento e luogo. Poi è soprattutto lavoro di selezione e costruzione della trama.

Chi è la tua fonte d’ispirazione?

Non è una persona. Mi ispirano soprattutto le storie che ascolto, quelle che riescono ancora a sorprendermi. Un podcast super interessante, ad esempio, è “Stories” di Cecilia Sala, che ogni giorno approfondisce qualche storia dal mondo. Da lì, ad esempio, è nato il primo abbozzo di idea per una storia che attualmente è in beta-lettura.

Ti ispiri a un autore in particolare, per stile narrativo o argomento?

Non saprei fare alcun nome, anche se ho degli autori preferiti. Ammiro la capacità di costruire meccanismi precisi di Agatha Christie, ho amato la saga di Harry Potter per il worldbuilding pazzesco, adoro l’ironia di Jane Austen e le tematiche di Hunger Games.
Per quanto riguarda lo stile mi sto accostando alla narrativa trasparente (che cerca di immergere il più possibile il lettore nel protagonista), ma anche qui non ho nomi di autori da fare: studio da manuali e corsi, anche se sono sempre felice di leggere libri che si avvicinano a questo stile.

Quale autore ti ha ispirata?

Quando ho cominciato a scrivere (o meglio, scribacchiare) avevo nove anni ed ero davvero troppo piccola per ispirarmi a qualcuno. Avevo sempre un libro in mano, leggevo ovunque. Il desiderio di guardare cosa stava “dall’altra parte” è nato con molta naturalezza.

Il libro di Eva, Onda ribelle, è disponibile su Amazon.

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