Il calamaro gigante di Fabio Genovesi, Ed. Feltrinelli

𝘖𝘳𝘮𝘢𝘪. 𝘎𝘪à, 𝘦𝘤𝘤𝘰𝘭𝘢 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘢 𝘢𝘴𝘴𝘢𝘴𝘴𝘪𝘯𝘢, 𝘰𝘳𝘮𝘢𝘪. È 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘵𝘢, 𝘮𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢 𝘢 𝘳𝘪𝘦𝘮𝘱𝘪𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭𝘭’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰, 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰𝘤𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘪 è 𝘵𝘳𝘰𝘱𝘱𝘰 𝘵𝘢𝘳𝘥𝘪, 𝘰𝘳𝘮𝘢𝘪……

Ci sono libri che non ti aspetti, che sotto una patina da romanzo allegro e leggero, celano un mondo. È ciò che accade con questa breve opera di Genovesi, che attraverso racconti, storia e ricordi, ci regala un affresco dell’umanità intera.

Genovesi racconta delle storie (ma guai a chiamarle 𝘴𝘰𝘭𝘰 storie!) e partendo da un bambino deriso per aver disegnato proprio un mollusco fuori misura, ci parla di coloro che, prima di lui, hanno creduto che esistesse, hanno messo in gioco la propria credibilità per dimostrarne l’esistenza, hanno – in una parola – inseguito i propri sogni.

In un alternarsi di scenari e protagonisti, con un continuo 𝘥𝘪𝘷𝘢𝘨𝘢𝘳𝘦 che dà luogo a nuovi percorsi narrativi, l’autore ci ricorda – in modo nemmeno troppo sottile – che dobbiamo essere i primi a credere in ciò che facciamo; ci parla della stupidità spesso ottusa degli uomini, pronti a negare ciò che non capiscono o conoscono, pur di non mettersi in discussione; ci parla della natura e di ciò che le stiamo facendo e ancora, ci parla di sogni, di amore, della voglia di continuare a cercarsi anche dopo la morte; ci narra di uomini e donne coraggiosi e sconosciuti ai più, quelli che sono andati avanti a prescindere dal parere altrui e che dobbiamo ringraziare se oggi sappiamo che il calamaro gigante esiste davvero.

Può un libro che parla della ricerca di un mollusco arrivare a toccare così tanti temi e intersecare tante vicende? Può, se il narratore è Genovesi.
Uno dei libri più profondi e intelligenti letti di recente. Bellissimo.

𝘕𝘰𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘱𝘪ù 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢: 𝘯𝘰𝘪 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦.

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