Il mutilatore di Marco Paracchini, Ed. Golem

Un titolo d’impatto e molto calzante per la terza indagine di Kenzo Tanaka, il profiler giapponese creato dalla penna di Paracchini (che io ho scoperto solo adesso!). Uno spietato assassino fa a pezzi delle giovani donne, terrorizzando Tokyo; la cosa peggiore, però, è che a ogni cadavere ritrovato manca qualcosa. Quale follia si nasconde dietro questi macabri delitti?

Il mutilatore è un thriller ad alta tensione la cui indagine, molto intricata, viene raccontata al lettore in prima persona dal protagonista (dopo avergli inizialmente consigliato di abbandonare la lettura!), profiler particolarmente attento al linguaggio del corpo e con diversi altri assi nella manica.

Lo stile dell’autore è molto crudo, con descrizioni particolareggiate che rendono il romanzo poco adatto a chi è impressionabile ma che, purtroppo, rispecchiano ciò che avviene in una reale indagine di questo tipo.
L’intreccio è arricchito, inoltre, da notizie e informazioni sul Giappone che ho trovato molto interessanti, oltre che dalle riflessioni dell’autore – attraverso la voce dei suoi personaggi – sui problemi della società di oggi, problemi comuni a tutto il mondo moderno.

Un romanzo forte, quasi un pugno nello stomaco e non solo per i dettagli legati all’aspetto investigativo, ma per i pensieri che stimola. Davvero avvincente.

Il tempo passa inesorabile e nonostante tutti i segnali, lasciamo che trascorra senza dargli troppa attenzione. Portiamo più cicatrici dentro all’animo che sull’epidermide e di tutti gli errori che facciamo, è sempre e solo il tempo che ci presenta il conto.

Disponibile su Amazon.

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